Torna a prendere corpo la battaglia per la liberazione anticipata speciale, l'”indultino” che vorrebbe alleggerire il sovraffollamento delle carceri aumentando i giorni di sconto di pena per buona condotta. Una proposta che ha ormai uno sponsor di peso nella maggioranza: Ignazio La Russa. Dopo un’apertura arrivata nelle scorse settimane, venerdì il presidente del Senato ha scritto ufficialmente in una nota di volere “impegnarsi a titolo personale a favorire l’esame” del disegno di legge presentato lo scorso anno dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti. Il testo prevede di potenziare il beneficio della liberazione anticipata per buona condotta: da 45 giorni ogni sei mesi si passerebbe a 75, cioè oltre un terzo della condanna da espiare. Soprattutto, lo sconto sarebbe retroattivo: si applicherebbe a tutti i “bonus” concessi dal 2016 a oggi, trasformandosi di fatto in un indulto di durata variabile (per quanto subordinato alla buona condotta). Dopo un’iniziale apertura, il provvedimento era stato abbandonato dal governo ed era arrivato in Aula alla Camera senza mandato al relatore, venendo rinviato lo scorso agosto in Commissione Giustizia, dove da allora è rimasto a prendere polvere.“Non sono disponibile a indulti e amnistie, ma ho fatto il penalista e conosco bene la situazione delle carceri e sono convinto che accanto alla certezza della pena vi debba essere la certezza che la detenzione sia scontata in condizione di assoluta civiltà. E soprattutto, sono convinto si debba spezzare quella catena della recidiva che fa pensare a chi viene detenuto che non vi siano alternative”, afferma La Russa nella nota. “Il governo ha approntato un piano per affrontare quella che ormai è una vera emergenza, con una presenza di detenuti che spesso arriva al 150% della capienza possibile negli istituti penitenziari. In attesa che alle parole seguano i fatti”, riconosce però, “ci vorranno almeno due o tre anni prima che le riforme prendano piede. Allora, in questo tempo, vorrei impegnarmi a favorire a titolo personale l’esame di una proposta sul tipo di quella di Giachetti che aumenti gli sconti di pena già previsti dalla legge per un periodo sufficiente a superare l’emergenza”, conclude.Dal palco di un convegno sul carcere a Milano, poi, il presidente del Senato precisa che alla proposta Giachetti “bisognerebbe aggiungere un surplus, una condizione di ammissibilità: chiediamo che venga applicata a chi fa qualcosa di positivo, non basta come buona condotta non fare niente di negativo, non potrà goderne chi si muove in maniera aggressiva contro la polizia Penitenziaria. Mettiamo dei paletti, ma proviamo per un paio di anni. È la mia idea a titolo personale”. La Russa racconta di avere parlato della questione con la premier Giorgia Meloni: “Mi ha detto: “Verifichiamo con il partito, verifichiamo con il centrodestra, per adesso se lo fai a titolo personale non ho non ho niente in contrario, anzi”. È un sasso nello stagno che può servire a far partire un dibattito che Giorgia Meloni considera importante”, dice il fondatore di Fratelli d’Italia. E una sponda arriva subito dal viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, il partito del centrodestra che è sempre stato meno ostile alla proposta Giachetti: “Se dovesse accadere, non saremo noi di Fi a storcere il naso“, ha detto intervenendo allo stesso convegno.L'articolo A destra cresce la voglia di indultino: La Russa dice sì “a titolo personale”. E Sisto: “Non sarà Fi a storcere il naso” proviene da Il Fatto Quotidiano.