AGI - Gli americani, popolo che ama acronimi e neologismi sincratici come pochi altri al mondo, avevano già scelto la definizione giusta per il complesso rapporto tra Donald Trump ed Elon Musk: bromance. È una 'parola macedonia' nata negli anni '90 tra gli skaters e indica una relazione di profonda amicizia, di tipo fraterno, tra due uomini. Questo era l'alleanza tra il presidente statunitense e il CEO di Tesla, finché non è successo quello che tutti - anche senza confessarlo - sapevano sarebbe successo.Le pareti della stanza in cui cercavano di convivere hanno ceduto alla pressione di due ego giganteschi e sotto le macerie è rimasta l'amicizia, ma anche un volume di affari a nove zeri. Il reciproco trolling pubblico che è seguito ricorda un dissing da palcoscenico di periferia, con la differenza che le conseguenze delle parole dei due echeggiano sui listini azionari. Musk, che ha speso almeno 288 milioni di dollari nel 2024 per aiutare l'elezione di Trump e di altri esponenti repubblicani, ha accusato il presidente di "ingratitudine" e ha ipotizzato di fondare un terzo partito. Trump ha risposto minacciando i contratti governativi di Musk. Il prezzo delle azioni di Tesla è crollato drasticamente - salvo tentare un rimbalzo oggi - ma la querelle ha trascinato con sé anche il valore della criptovaluta di Trump. Rottura pubblicaLa rottura pubblica è iniziata nello Studio Ovale, dove Trump ha parlato ai giornalisti all'inizio di un incontro con il cancelliere tedesco Friedrich Merz: "Elon e io avevamo un ottimo rapporto", ha detto, "Non so se lo avremo ancora". Da lì in poi la lite è rapidamente degenerata, con post sulle rispettive piattaforme social che evocavano la messa in stato d'accusa di Trump e la sua sostituzione con il vicepresidente J.D. Vance. Ma non solo: Musk ha anche avvertito che i dazi finiranno per causare una recessione nella seconda metà dell'anno e ha chiesto ai suoi 220 milioni di follower se non sia giunto il momento di "creare un nuovo partito politico in America che rappresenti effettivamente l'80% della popolazione". Trump ha risposto con post su Truth Social, affermando che "il modo più semplice per risparmiare sul bilancio miliardi e miliardi di dollari è interrompere i sussidi e i contratti governativi di Elon".Conseguenze economicheL'impero commerciale di Musk dipende dai crediti normativi del settore automobilistico, così come dai contratti spaziali e di difesa. Le sue aziende hanno ricevuto almeno 38 miliardi di dollari di finanziamenti governativi, secondo un'analisi del Washington Post. Musk ha risposto a tono, dichiarando che era "ora di sganciare la bomba davvero grossa": Trump "è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici". È, con ogni probabilità, una balla. I file legati all'indagine sul Jeffrey Epstein, condannato per aver gestito un giro di abusi su ragazze cui avrebbero partecipato anche numerosi vip e morto suicida in carcere, sono diventati un punto di riferimento per Trump, i suoi alleati e le personalità dei media di destra. Hanno ipotizzato, senza prove, che funzionari governativi abbiano partecipato a un insabbiamento. Musk, un habituee delle fake news, non ha fornito prove a sostegno della sua accusa, anche se ha pubblicato un video vecchio di decenni che mostra Trump ed Epstein festeggiare insieme. "Non mi dispiace che Elon si sia rivoltato contro di me, ma avrebbe dovuto farlo mesi fa", ha scritto Trump su Truth difendendo la sua legge.Implicazioni politicheL'intensificarsi degli scambi contrasta nettamente con il clima generale della campagna elettorale e della prima fase della nuova amministrazione e spinge il Maga, così come i parlamentari repubblicani, a decidere da che parte stare. Le critiche sempre più aspre di Musk al disegno di legge "One Big Beautiful Bill" di Trump - la principale priorità legislativa del presidente - hanno complicato il percorso del provvedimento in un Congresso fortemente diviso. Non è chiaro per quanto tempo la faida andrà avanti e Musk ha molto da perdere in una lotta prolungata contro Trump, la cui presa sul Partito Repubblicano è stata incrollabile e i cui poteri di danneggiare i suoi interessi sono ampi. Ma la loro rottura ha per la prima volta portato alla luce le vulnerabilità di Trump. Le abitudini di spesa del presidente hanno a lungo irritato un piccolo gruppo di legislatori di orientamento libertario che spesso sollevano preoccupazioni per il crescente debito nazionale, ma vengono altrettanto spesso costretti al silenzio.Sfida per TrumpOra, con Musk che si fa portavoce della loro causa, hanno aumentato la loro potenza di fuoco, mettendo ulteriormente a repentaglio l'approvazione della legge che porta avanti l'agenda interna di Trump, includendo miliardi di tagli fiscali, finanziamenti per il muro con il Messico e restrizioni al programma Medicaid, ma anche un aumento del tetto del debito. La faida tra Trump e Musk potrebbe rendere più difficile per lo Speaker Mike Johnson e il leader della maggioranza John Thune approvare la legge simbolo del presidente e rappresentare una distrazione importante mentre l'amministrazione cerca di condurre i difficili negoziati sui dazi e cerca di convincere parti in guerra a sedersi al tavolo dei colloqui. Secondo Todd Belt, direttore del programma di gestione politica della George Washington University, se i due non appianeranno le loro divergenze, finiranno per sostenere candidati diversi alle primarie repubblicane del 2026. "Elon Musk è una persona a cui piace correre rischi, e le sue aziende sono così profondamente legate al governo che non si può immaginare si allontani davvero dalla politica", dice "quello che potremmo davvero vedere alle primarie del 2026 saranno il candidato di Musk e quello di Trump".Godzilla contro KongInoltre, da quando è tornato alla Casa Bianca, Trump non ha incontrato praticamente alcuna opposizione significativa. Il Congresso si è mostrato accondiscendente, l'amministrazione ha fatto irruzione nei tribunali per imporre la sua volontà sulla politica migratoria e imporre la sua vendetta a studi legali e università. I media conservatori hanno sostenuto lui e il suo programma, e alcune testate sono state intimidite. Ma ora si trova faccia a faccia con un rivale come Elon Musk che ha la capacità di sostenere il confronto e condivide con lui la sua propensione a fare terra bruciata pur di ottenere un vantaggio a breve termine. È una nuova sfida per Trump, che ha sempre avuto il talento di intimidire e umiliare i rivali e di usare i social media e i poteri soft e hard della presidenza per schiacciare qualsiasi opposizione. Musk, proprietario di X e con 220 milioni di follower, può eguagliare o forse superare il volume di Trump sui social, data la portata limitata di Truth, e il presidente sarà anche un miliardario, ma Musk è l'uomo più ricco del mondo oltre che uno tra gli imprenditori hi-tech di maggior successo. Uno scontro, insomma, ben sintetizzato da Costas Panagopoulos, professore di scienze politiche alla Northeastern University: "se fosse un film sarebbe 'Godzilla contro Kong'".