In pieno risiko bancario Francesco Gaetano Caltagirone mette un piede nel cuore della stampa finanziaria. Alla vigilia dell’appuntamento più caldo delle scalate bancarie, l’assemblea di Mediobanca del 16 giugno, il costruttore-editore romano vicino a Palazzo Chigi ha comprato il 2,5% di Class Editori. Il gruppo quotato in Borsa che pubblica il quotidiano Mf e il settimanale Milano Finanza al quale fanno capo anche l’agenzia stampa di settore Mf Dow Jones e la tv Class Cnbc, è ormai l’unico concorrente rimasto del Sole 24 Ore che la Confindustria sta ritirando dal mercato e non è stato particolarmente tenero nei confronti delle scorribande di Caltagirone che, dopo aver tentato l’assalto alle Generali per la via maestra negli anni scorsi, ora tramite Mps sta puntando dritto su Mediobanca, a sua volta proprietaria del 13% della compagnia di Trieste. In questo contesto l’ingegnere romano si è mosso per la prima volta sull’editoria milanese e lo ha fatto uscendo dall’habitat naturale dei quotidiani locali che lo vedono proprietario da decenni di testate come Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico e Il Nuovo Quotidiano di Puglia.Un tema, quello del rapporto tra Caltagirone e l’editoria, che è stato sollevato da Report nella puntata di domenica 1 giugno dedicata al risiko bancario, ma che prima ancora aveva rispolverato proprio Milano Finanza. “Che differenza c’è fra i due Francesco? Intendo Francesco Milleri e Francesco Caltagirone. Ovviamente non solo il secondo nome di Caltagirone, Gaetano, che ricorda le sue origini siciliane. Infatti la prima grande differenza è che Milleri è un super manager e Caltagirone, senza togliergli meriti da capitalista, è un padrone. Ma la differenza ancora più grande è un’altra: Milleri, che ha un curriculum di studi straordinario […] non ha mai manifestato volontà di acquisire poteri attraverso il possesso di media, come del resto il suo scopritore e fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio – si legge in un editoriale di Milano Finanza del 3 maggio di quest’anno a firma dell’editore Paolo Panerai – . Al contrario, da quasi 30 anni Caltagirone ha costruito la sua crescita di potere economico grazie anche alla strumentalizzazione dell’informazione con una catena di giornali che parte dalla Puglia, passa per Roma con il fondamentale quotidiano Il Messaggero, prosegue per le Marche e arriva a Venezia con Il Gazzettino. La storia della super catena di quotidiani di Caltagirone l’ho già raccontata ma mi perdoni il lettore se la rilegge perché strettamente connessa, fin dall’origine, a quelli che sono i bersagli attuali del gruppo Caltagirone: Mediobanca e Generali, passando per la benevolenza verso il senese Mps. Fu infatti nientemeno che Enrico Cuccia, i cui eredi a Mediobanca ne pagano le conseguenze, a introdurre Caltagirone all’antidemocratico potere mediatico, in quanto strumentale per il potere economico”.Neanche un mese dopo Caltagirone ha bussato alla porta di Class dove, alla luce dell’acquisto del 2,5% dell’editrice, ha depositato una lista di minoranza di candidati per il rinnovo del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale in calendario per il prossimo 27 giugno. Tra questi spicca Massimo Caputi, deus ex machina degli impianti termali del Paese con un passato nell’immobiliare pubblico, privatizzato e privato – dove ha conosciuto Caltagirone – e nella finanza. Stando ai dati Consob che risalgono a gennaio, Class è controllato dal 79enne Panerai con quote superiori al 50%, anche se i candidati dell’editore sono stati presentati dal 17% circa del capitale.L'articolo Caltagirone punta anche sulla stampa finanziaria: ha il 2,5% di Class e vuole un posto in consiglio proviene da Il Fatto Quotidiano.