I lavoratori panamensi contro la privatizzazioni delle pensioni. E la statunitense Chiquita licenzia tutti

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Continuano i licenziamenti nella provincia panamense di Bocas del Toro, teatro di proteste e scioperi dalla fine di aprile per ottenere riforme delle leggi sulla previdenza sociale. I lavoratori si oppongono alle politiche del governo neoliberista di José Raúl Mulino. Tre, in particolare, le questione che animano le proteste: il taglio del 40% delle pensioni, l’aumento dell’età per il ritiro dal lavoro e la privatizzazione del sistema pensionistico; l’intenzione di riaprire la miniera di rame a cielo aperto, sfruttata in passato dalla canadese First Quantum e chiusa dopo una mobilitazione popolare, nel 2023; i memorandum d’intesa con Trump per costruire tre basi militari nel paese e affidare anche alle forze armate statunitensi il controllo del Canale, in sostanza una parziale rinuncia alla sovranità nazionale.La mobilitazione coinvolge più settori, gli insegnanti sono in sciopero a tempo indeterminato da due mesi, così come gli operai edili e i lavoratori delle piantagioni di banane e gli operatori sanitari, e lo sciopero si sta estendendo ad altri settori. A sostenere le proteste sono anche molti studenti e popolazioni indigene, che costituiscono il 12% degli abitante del piccolo stato centroamericano.La reazione delle multinazionali presenti nel paese è quella di ricorrere a ondate di licenziamenti. La statunitense Chiquita ha informato le autorità del paese che questa settimana procederà al licenziamento di altri 1.600 lavoratori, che si aggiungono ai 4.500 mandati a casa due settimane fa, praticamente tutta la sua forza lavoro locale. Il personale amministrativo della multinazionale, intanto, ha lasciato il Paese. Chiquita motiva i licenziamenti adducendo un “ingiustificato abbandono del lavoro” nelle sue piantagioni di banane. Lo sciopero ha sinora causato perdite per oltre 75 milioni di dollari. Il presidente panamense José Raúl Mulino, a sua volta, ha definito lo sciopero illegale e illegittimo, offrendo una sponda al ricorso ad una “giusta causa” per i licenziamenti.A cogliere la gravità della situazione in quello che rimane comunque un paese strategico per i traffici commerciali globali, è stato anche il New York Times che ha scritto: “Il tentativo di fare pressione sul governo panamense – attraverso sanzioni, tariffe o altre misure coercitive – potrebbe incendiare il Paese. Per Panama, gli Stati Uniti e il mondo, questo potrebbe rappresentare il rischio maggiore”. Il 40% delle merci statunitensi e buona parte del commercio mondiale passano attraverso il Canale di Panama.In risposta alla mobilitazione popolare, il governo Mulino ha represso le manifestazioni con violenza, con cariche della polizia che hanno usato manganelli, proiettili di gomma, gas lacrimogeni e arresti di attivisti. Uno dei principali dirigenti del SUNTRACS, il Sindacato Nazionale dei Lavoratori Edili è stato incarcerato e il segretario generale si trova nell’ambasciata boliviana in attesa di risposta alla sua richiesta di asilo politico. La polizia ha invaso due sedi sindacali e ne ha congelato i conti bancari per ordine del governo.L'articolo I lavoratori panamensi contro la privatizzazioni delle pensioni. E la statunitense Chiquita licenzia tutti proviene da Il Fatto Quotidiano.