L’insonnia è un disturbo del sonno che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, spesso caratterizzato dalla sensazione di non riuscire a dormire abbastanza o di avere un sonno non ristoratore. Tuttavia, recenti ricerche neuroscientifiche stanno portando alla luce un dato sorprendente: molti soggetti che si definiscono insonni, in realtà, dormono più di quanto credano.Questa discrepanza tra percezione soggettiva e realtà oggettiva è stata osservata grazie a studi che utilizzano la polisonnografia, una tecnica di monitoraggio che registra le fasi del sonno in laboratorio. I dati raccolti indicano che in molti casi le persone con insonnia lieve o moderata mostrano cicli di sonno relativamente normali, anche se riportano di “non aver chiuso occhio”.Dormire senza saperlo: la verità nascosta dietro l’insonniaIl fenomeno, noto come “misperception del sonno”, mette in discussione il modo in cui l’insonnia viene diagnosticata e trattata. Chi soffre di questa forma percepisce erroneamente di essere sveglio, anche quando è in uno stato di sonno leggero o frammentato. Questo stato può essere accompagnato da un’attivazione cerebrale più elevata del normale, che rende difficile distinguere tra veglia e sonno.Un sonno percepito come disturbato può comunque avere conseguenze importanti sulla qualità della vita. Ansia, stanchezza cronica e difficoltà di concentrazione sono sintomi comuni, anche se il corpo ha ottenuto più riposo di quanto si creda. Questo crea un circolo vizioso: l’ansia per il sonno alimenta ulteriormente la difficoltà a dormire.La consapevolezza di questa discrepanza è fondamentale. I medici del sonno stanno iniziando a includere nel percorso diagnostico strumenti come il diario del sonno, questionari soggettivi e dispositivi di monitoraggio domestico, per avere una visione più completa e integrata del problema.Cambiare radicalmente la comprensione dell’insonniaInoltre, terapie cognitive come la CBT-I (Cognitive Behavioral Therapy for Insomnia) si stanno rivelando particolarmente efficaci proprio perché aiutano il paziente a ricostruire una percezione più realistica del proprio sonno, riducendo l’ansia associata e migliorando la qualità percepita delle ore notturne.Questo nuovo approccio potrebbe cambiare radicalmente la comprensione dell’insonnia. Invece di concentrarsi unicamente sulla quantità di sonno, diventa centrale la qualità percepita e il vissuto soggettivo. Un cambio di paradigma che potrebbe migliorare l’efficacia dei trattamenti e la qualità della vita dei pazienti.In conclusione, se soffri di insonnia, potrebbe valere la pena chiederti: stai davvero dormendo meno, o stai solo percependo di farlo? La risposta potrebbe sorprenderti — e aprire la porta a nuove strategie per ritrovare il riposo perduto.Foto di Myléne da PixabayLeggi l'articolo completo su: Insonnia e percezione: perché molti dormono più di quanto credono - Articolo originale di: Focustech.it