Gli anni passano e il mondo del lavoro evolve: accumulare lauree non è più la strategia più edificante nel mondo del lavoro Un tempo si continuava a ripetere ai figli che avrebbero dovuto studiare: l’università avrebbe risolto i loro problemi lavorativi. Bastava non fare come i propri genitori, bastava continuare a studiare invece che fermarsi al diploma: perché loro non avevano avuto opportunità allettanti proprio perché mancavano di studio.I figli poi sono andati all’università, hanno anche frequentato più corsi, ma poi il mondo del lavoro nel frattempo si è saturato, perché tutti hanno iniziato ad ascoltare la solita storia e il risultato è stato un settore terziario pieno, e tanti lavori manuali completamente dimenticati.Insomma, in questo 2025 ci si interroga, di generazione in generazione, per capire che cos’è andato storto e com’è possibile che i giovani, nonostante le tante lauree, si ritrovino con stipendi bassi e con carriere incerte.Purtroppo le tante lauree hanno fatto aumentare le richieste di lavoro nell’ambito dei servizi: il terziario non è riuscito a sopravvivere e per iniziare a fare scremature, di riflesso, ha richiesto persone sempre più specializzate. In un certo senso, l’asticella si è alzata molto e la concorrenza tende a far credere a questi giovani che se vogliono avere voce in capitolo nel mondo del lavoro devono continuare a galoppare con gli studi.Cosa serve per farsi notare dalle aziende in questo 2025Non è però proprio così, o almeno, possiamo ammettere che lo studio fa sempre bene, sia al singolo cittadino, che in ottica societaria, ma probabilmente la formula universitaria non riesce più a dare i frutti sperati. Ciò che ad oggi funziona di più è la scuola molto settoriale, che specializza l’allievo in una determinata mansione e non lo affligge con troppa teoria.Se la richiesta di profili altamente specializzati è cresciuta a dismisura, d’altra parte, invece, il percorso accademico tradizionale fa fatica a stare al passo con le esigenze reali delle aziende. Se prima la laurea era considerata il requisito minimo per una carriera soddisfacente, oggi molte imprese puntano invece su competenze pratiche, aggiornate e subito spendibili sul mercato. Le competenze più richieste nel mondo del lavoro (non è la laurea) (pixabay) – www.circuitolavoro.itI corsi per le competenze pratiche più richiesteEcco perché, accanto ai percorsi universitari classici, si stanno facendo largo nuove strade più brevi, ma estremamente efficaci: i master e i corsi di formazione in settori strategici come l’informatica e l’economia. In molti casi bastano 12 mesi, o meno, per acquisire un titolo fortemente richiesto dalle imprese.Ciò non significa che studiare non avrà più valore, probabilmente nella maggior parte dei casi almeno una laurea verrà ancora richiesta, ma l’importante è cambiare mentalità. I corsi brevi, ma che puntano sul pratico e sull’aggiornamento, riescono a creare persone che poi sanno agire una volta entrate in azienda e non hanno bisogno di anni di formazione.Va precisato un punto importante: per tante professioni la laurea rimane l’unico canale possibile, nonché requisito obbligatorio per accedere. Si pensi ad esempio ai medici, agli ingegneri, agli architetti, agli avvocati e via discorrendo. Tuttavia, per chi cerca un lavoro nella comunicazione, sul web, o in economia, ad oggi non è solo la laurea a far ottenere un lavoro, ma invece risultano più efficaci corsi brevi in programmazione, digital marketing, amministrazione aziendale e via discorrendo, perché sono le mansioni più richieste che hanno bisogno di un background di pratica.The post Altro che laurea, il titolo di studi più richiesto è questo: lo prendete in un anno | Basta buttare anni di studio appeared first on Circuito Lavoro.