Genova, il ministero della Giustizia avvia verifiche sul presunto stupro di un 18enne nel carcere di Marassi

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Il ministero della Giustizia, tramite il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), sta effettuando verifiche sulla presunta violenza sessuale avvenuta ai danni di un detenuto 18enne nel carcere di Marassi a Genova. Secondo quanto ricostruito finora dagli inquirenti, il giovane è stato sequestrato per due giorni da quattro dei suoi compagni di cella (due italiani e due stranieri), abusato e sfregiato con dei tatuaggi sul viso senza che nessuno se ne accorgesse: l’episodio mercoledì ha innescato la rivolta di un centinaio di reclusi nel penitenziario del capoluogo ligure, rientrata dopo qualche ora. Su entrambe le vicende indaga la Procura di Genova.Il detenuto presunta vittima degli abusi si trovava in carcere da poco tempo in custodia cautelare, dopo essere stato arrestato per una rapina di poco conto. Attualmente si trova ricoverato nel reparto ristretti dell’ospedale San Martino con prognosi di circa 25 giorni. La sua avvocata, Celeste Pallini, ha già presentato una richiesta di attenuazione della misura cautelare, chiedendo lo spostamento del suo assistito agli arresti domiciliari in una struttura sanitaria, considerando le ferite fisiche e psicologiche che dovrà affrontare in un contesto già fragile e sovraffollato.Un recente report di Nessuno Tocchi Caino infatti dipinge un quadro allarmante rispetto al carcere di Marassi, dove il sovraffollamento ha toccato picchi del 130%. Una situazione, spiega all’agenzia AdnKronos il segretario Sergio D’Elia, che “è la causa primaria dell’impossibilità di gestire l’ordine e la sicurezza all’interno delle carceri. Un detenuto di 18 anni”, sottolinea, “non può essere ristretto insieme a detenuti adulti. In secondo luogo, sappiamo che almeno il 30% dei carcerati non dovrebbe stare in un penitenziario, ma in centri per il recupero dalla dipendenza di sostanze, dove dovrebbero essere seguiti da psicologi, psichiatri e psicoterapeuti. Il problema è che questa situazione porta a non riuscire a trovare le soluzioni minime razionali del trattamento penitenziario, dove vengono messi insieme detenuti senza distinzione per fasce d’età, per tipo di reato o per condizione psicofisica: così il carcere diventa un calderone in cui tutto viene gettato indiscriminatamente e questo genera violenze sia tra detenuti stessi che tra detenuti e agenti”.L'articolo Genova, il ministero della Giustizia avvia verifiche sul presunto stupro di un 18enne nel carcere di Marassi proviene da Il Fatto Quotidiano.