Genova, abusi su un detenuto 18enne e rivolta nel carcere di Marassi: i pm indagano su possibili omissioni da parte di agenti

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La procura di Genova ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità e omissioni da parte degli agenti e dei vertici della polizia penitenziaria che per almeno due giorni non si sarebbero accorti delle gravi violenze subite da un detenuto di 18 anni. Il giovane sarebbe stato vittima di torture e abusi sessuali da parte di quattro compagni di cella del carcere Marassi. Secondo gli investigatori, proprio questi episodi sono all’origine della rivolta scoppiata nei giorni scorsi all’interno dell’Istituto. Il ragazzo, ascoltato ieri dal pubblico ministero Luca Scorza Azzarà, ha confermato che le violenze sarebbero iniziate domenica 1° giugno e proseguite almeno fino al giorno successivo. Il 3 giugno, a seguito del peggioramento delle sue condizioni, sarebbero stati gli stessi aggressori ad allertare gli agenti, sostenendo però che il ragazzo si fosse ferito da solo. Solo in quel momento è scattato il trasferimento d’urgenza all’ospedale San Martino, e la segnalazione alla magistratura.I segni evidente delle violenzeGli inquirenti vogliono dunque capire come sia stato possibile che, per almeno due giorni, nessuno si sia accorto di quanto stava accadendo all’interno della cella. Le regole carcerarie prevedono controlli quotidiani, compreso l’accertamento delle condizioni dei detenuti a letto. Tuttavia, resta da chiarire se tali procedure siano state effettivamente seguite tra il 2 e il 3 giugno. Gli investigatori si interrogano anche sul motivo per cui nessuno avrebbe notato i segni evidenti delle violenze: bruciature da olio bollente, tatuaggi forzati sul volto e altre lesioni. La vittima, assistita dall’avvocata Celeste Pallini, era stata spostata ben sei volte all’interno del carcere per comportamenti problematici con altri detenuti. Un dettaglio che, secondo l’analisi della documentazione interna, avrebbe potuto giustificare l’assegnazione a un reparto più sicuro e maggiormente sorvegliato. Dall’esame dei report giornalieri e delle immagini delle telecamere, la procura cercherà di ricostruire quanto accaduto e verificare eventuali negligenze.L’interrogatorio e l’indagine del ministeroDurante l’interrogatorio, il ragazzo ha riconosciuto i suoi aggressori grazie a un album fotografico fornitogli dagli inquirenti. È probabile che già nelle prossime ore il pm proceda con l’iscrizione dei quattro nel registro degli indagati per i reati di tortura e violenza sessuale. Parallelamente, le indagini puntano a far luce anche sulla rivolta scoppiata all’interno del carcere, esplosa – secondo diverse fonti – proprio per la mancata rimozione degli aggressori. Le telecamere nei corridoi dei reparti dovrebbero aiutare a identificare i detenuti coinvolti e chiarire la dinamica dei disordini. Intanto, anche il ministero della Giustizia ha avviato un’indagine interna tramite il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per fare luce sia sull’aggressione che sulle eventuali responsabilità del personale penitenziario. I risultati dell’inchiesta dovrebbero confluire nel fascicolo della procura sui disordini. Foto copertina: ANSA / Laura Nicastro | La rivolta del carcere di Marassi, Genova, 4 giugno 2025L'articolo Genova, abusi su un detenuto 18enne e rivolta nel carcere di Marassi: i pm indagano su possibili omissioni da parte di agenti proviene da Open.