Chiamamifaro dopo ‘Amici’ pubblica l’Ep ‘Lost&Found’: “E’ il mio viaggio”

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E’ il viaggio la chiave del nuovo Ep di chiamamifaro, al secolo Angelica Gori, ‘Lost&Found’, che contiene sette brani, disponibile da venerdì 6 giugno, per Nigiri e distribuito da Sony Music Italy. La 25enne cantautrice bergamasca, dopo l’esordio nel 2020, un pugno di singoli e un precedente Ep, i concerti nei piccoli club, le aperture per i concittadini Pinguini Tattici Nucleari e infine l’esposizione in tv con la partecipazione all’ultima edizione di ‘Amici’, è pronta a portare on the road la sua musica.Ma il viaggio per chiamamifaro è anche il bagaglio delle sue esperienze. Angelica è consapevole di essere in un momento importante della sua carriera e lo racconta a LaPresse nello studio di registrazione milanese dove l’abbiamo incontrata. “I miei primi anni di gavetta mi hanno insegnato a rimanere con i piedi per terra ma sono contenta di questo Ep, credo sia il disco migliore che potessi fare e sono contenta di riuscire a portarlo in giro a modo mio. Infatti adesso partiremo per gli instore e visto che il disco parla di viaggi lo faremo suonando negli ostelli, voglio che sia un’esperienza diversa dai soliti firma-copie”, dice Angelica, che non vede l’ora di portare in giro la sua musica con la sua band, con canzoni – spiega lei – che parlano di “viaggi veri ma anche percorsi di vita, di cose perse e ritrovate per strada”.Non a caso la canzone che apre il lavoro si intitola ‘Valigia’, un bagaglio sempre troppo grande per i canoni di una nota compagnia aerea low cost, che chiamamifaro cita, maledicendola, con uno di quei ganci alla vita reale, tipici della scrittura minimalista dell’indie italiano, che la songwriter lombarda padroneggia con sorprendente perizia. Ma nei suoi testi, che si innestano su un pop-rock fresco, che oscilla tra ballate e accelerazioni pop-punk alla Blink 182 (come O.M.G.), c’è sempre un velo di malinconia, un gusto dolceamaro. Tra i suoi riferimenti musicali cita Olivia Rodrigo ma anche il nuovo cantautorato folk Usa di nomi come Bon Iver o Noah Kahan.“E’ vero, la malinconia è un tema ricorrente”, ammette Angelica, che poi mette a fuoco il concetto: “Ogni ricordo torna, ogni ferita si riapre, ogni amore che finisce un po’ ti rimane dentro, tutte le emozioni che viviamo in un certo momento non passano mai davvero ma ritornano in modo diverso. Secondo me devi lasciare andare qualcosa per ritrovarlo o ritrovare qualcosa che gli somigli e sapendo che tutto torna in qualche modo, nel bene e nel male, lo rifarei tutto”. Angelica Gori, figlia dell’ex sindaco di Bergamo e ora eurodeputato Giorgio Gori e della giornalista e conduttrice tv Cristina Parodi, non elude la domanda sui pregiudizi che possono aver accompagnato la sua comparsa nel music business (che stanno anche dietro alla scelta di usare uno pseudonimo per presentarsi al mondo) ma sembra aver ormai acquisito una fiducia nel proprio percorso musicale tale da dare non troppo peso alla questione. “Io ho cominciato facendo la gavetta vera, suonando in posti anche brutti, e lo rifarei. Io non sono arrivata a gamba tesa, non sono piovuta dal cielo, ho sempre lavorato a testa bassa, da brava bergamasca, per tutte le cose che ho ottenuto nella mia vita. Poi i miei genitori sono una fortuna, ho sempre avuto una famiglia che mi ha supportato ed è stata contenta delle mie scelte”, chiarisce lei.“Sono sempre stata io che ho cercato di allontanarmi dal cognome che ho. Anche darsi un nome d’arte è un modo di autodeterminarsi, io ho sempre voluto che la mia musica arrivasse prima del mio cognome, ed è per questo che non è solo faro ma chiamamifaro, per ribadire che io sono la mia musica, come prima cosa. Poi sono tutto il resto, sono Angelica e la mia famiglia è una parte fondamentale della mia vita, ma vorrei che la gente mi giudicasse per quello che faccio e non per chi sono”, conclude la 25enne cantautrice, mettendo la parola fine in modo impeccabile al tema.