‘Carne di cane’ di Lara Gallet: un viaggio nella dignità degli esclusi

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“A giugno si erano radunati ed erano partiti, lasciando il Mureș da contadini liberi di Romania e approdando sull’Isonzo come braccianti agricoli. Il caporale moldavo Matei li aveva condotti in un grande casale dove, quasi stipati in un unico spazio tra camera, cesso e cucina, c’erano già altri venti braccianti adulti e tre ragazzini (…) Cătălin si era fatto largo tra gli altri chiedendosi se il letto accanto al muro fosse libero, era uscito dal casale per pochi minuti per ammirare tutt’attorno le vigne che si aprivano a ventaglio. Matei lo aveva richiamato dentro e aveva spiegato loro come funzionavano le cose. Le paghe sarebbero state mandate alle famiglie in Romania con Money Transfer. Non bisognava fare domande, non bisognava lagnarsi. Poche parole e l’ordine di non uscire”Carne di cane, di Lara Gallet (Catartica Edizioni), è un incisivo, riuscito e notevole esordio letterario che mette al centro della narrazione personaggi ai margini della società, personaggi a cui viene riconosciuta una dignità emotiva spesso non ascoltata, nella vita reale, da coloro che governano la banalità altolocata del nostro sopravvivere quotidiano. Che si tratti di meccanici falliti, immigrati cinesi, casellanti borderline, sciamane improvvisate, cavie umane per esperimenti farmaceutici, sbandati in cerca del colpo della vita o di schiavi del caporalato, i personaggi che si muovono in questi tredici bellissimi racconti, si aggrappano, ognuno a modo loro, alla proprio esistenza, ottusamente fieri di un privato senso di precarietà.“La strada era una passamaneria bianca di brina. Da casa sua, durante la notte, aveva sentito i mezzi spargisale al lavoro. Gli sembrava di aver trovato una fortuna con quella casa a ridosso del casello. Se avessero proseguito di qualche metro con il tunnel ci sarebbe potuto arrivare a piedi. Invece, gli era toccato prendere la patente e comprarsi una macchina solo per aggirare la barriera e capitolare nel parcheggio. La sua famiglia lo battezzò come un coglione quando accettò quel posto di lavoro. Una laurea in Lingue, una patente e una macchina, tutto per fare il casellante.”Con una scrittura originale, diretta, dannatamente coraggiosa in un micromondo nostrano di scribacchini spesso pavidi, l’autrice tesse un immaginario cordone narrativo, nei temi e nel ritmo, con quanto fatto da mostri sacri della forma breve (penso a Flannery O’Connor, Denis Johnson, Breece D’J Pancake o Philip Ó Ceallaigh), aggiungendovi una personale visione del territorio d’appartenenza e di quanto osservato direttamente: luoghi dell’abbandono, bretelle autostradali, hinterland padani, rimandi a un micromondo post-Cortina di Ferro miscelato con il devastato e industrializzato Nord italico. Luoghi dove abbondano lo sconforto, i sogni allucinati e le miserevoli maglie tentacolari della criminalità contemporanea.“Oltre il ponte iniziava anche la grande area commerciale in cui aveva lavorato il padre. La Grande Muraglia era già diventata vecchia e tisica prima del tempo. Quasi quattro ettari tra mattonelle divelte dell’area parcheggio e l’immobile con la scritta gigante che gli penzolava sulla bocca d’ingresso. Qualche anno prima avevano decapitato Salvatore Martello per aver cospirato contro la cosca. Una brutta faccenda edile finita in rovina. Prestanome e riciclaggio, poteri locali, politica e ambiziosi commercianti cinesi. Gli unici ad aver creduto nel maxistore con casinò e ristoranti erano stati proprio loro. A Lin Hu vennero i brividi. Avevano appeso la testa al cancello, sotto al cartello che riportava la scritta Immobile posto sotto sequestro. Il corpo, invece, l’avevano carbonizzato dentro a una Ford Fiesta al parcheggio numero 235, lato est.”Carne di cane è un’immersione narrativa cruda e profonda nella verosimiglianza dell’oggi nascosto, e dimostra una notevole capacità di empatia nel delineare figure marginali che, nonostante le loro difficoltà, i loro fallimenti e le loro scelte discutibili, rimangono umani, e stoicamente resistenti. Le loro storie non cadono mai nel mero pietismo, ma ci spingono a riflettere sulla condizione umana e sulle sfide che molti affrontano quotidianamente. Un libro che consiglio caldamente.L'articolo ‘Carne di cane’ di Lara Gallet: un viaggio nella dignità degli esclusi proviene da Il Fatto Quotidiano.