Trump firma il Travel Ban, Infantino tace: l’ipocrisia della Fifa e i Mondiali “globali” negli Usa delle restrizioni

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L’attacco terroristico a Boulder, Colorado, è stata l’ultima goccia. Il 4 giugno il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo che vieta ai cittadini di 12 Paesi di viaggiare negli Stati Uniti. Il fine è “proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali degli Usa”. Un provvedimento che rischia di avere forti ripercussioni anche sul mondo del calcio. La Fifa, infatti, si prepara a ospitare due importanti tornei negli Stati Uniti: il Mondiale per Club, che comincerà il prossimo 14 giugno, e i Mondiali 2026, organizzati con Canada e Messico. Il divieto, che entrerà in vigore lunedì, colpisce i cittadini di Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. A questi si aggiungono restrizioni parziali per i viaggiatori provenienti da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela. Nell’ordine esecutivo, alla sezione 4, viene però specificato che esistono esenzioni per atleti, allenatori, staff tecnici e “parenti stretti” coinvolti in eventi sportivi di rilievo come Mondiali o Olimpiadi.La partecipazione delle nazionali qualificate ai tornei, inclusi i membri dello staff e una cerchia ristretta di familiari, è dunque garantita. Tuttavia, resta esclusa una componente fondamentale: i tifosi. Per loro, l’accesso agli Stati Uniti sarà limitato, a meno che non rientrino in categorie particolari come funzionari governativi o residenti permanenti. Di fronte a questa situazione, come ha reagito la Fifa? Al momento con il silenzio. Atteggiamento molto controverso quello del presidente Gianni Infantino, mostratosi in più occasioni accanto a Trump, sia negli Usa che durante il tour mediorientale di poche settimane fa, quando il tycoon in una serie di incontri con Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti ha ottenuto investimenti per circa mille miliardi di dollari.La Uefa aveva accusato Infantino di anteporre i propri interessi politici personali a quelli relativi al calcio. Il contrasto tra le azioni e le parole del presidente Fifa è evidente: nel 2017, in risposta a un simile Travel Ban firmato da Trump durante il suo primo mandato, Infantino aveva assicurato: “Qualsiasi squadra, compresi tifosi e dirigenti, che si qualifica per un Mondiale deve avere accesso al Paese ospitante, altrimenti non esisterebbe la Coppa del Mondo”. Parole che smentiscono la realtà, rinunciando a difendere il principio di universalità del calcio tanto rivendicato. Nel maggio 2024, dopo un incontro con l’amministrazione Trump, aveva anche garantito che “l’America accoglierà il mondo intero. Chiunque voglia venire qui per divertirsi e celebrare questo sport potrà farlo”. Parole al vento. Considerando poi che al prossimo Mondiale parteciperanno per la prima volta 48 squadre, ci sono concrete possibilità che scenderanno in campo alcuni paesi banditi da Trump. L’apoteosi della contraddizione.Per quanto riguarda l’imminente Mondiale per Club, va detto che non dovrebbero esserci problemi: nessuna delle 32 squadre qualificate proviene dai Paesi colpiti dal Travel Ban. Tuttavia, alcuni giocatori coinvolti potrebbero correre dei rischi. L’esenzione per “atleti e staff” dovrebbe evitare complicazioni, ma l’assenza di una menzione esplicita al Mondiale per Club nel testo dell’ordinanza lascia spazio a dubbi interpretativi. Più problematica, ancora una volta, è la situazione per i tifosi. Secondo quanto riportato da The Athletic, la sezione sportiva del New York Times, la Fifa ha confermato che fan di oltre 130 Paesi hanno già acquistato biglietti per il torneo. Non è chiaro però se tra questi vi siano cittadini di nazioni colpite dal divieto, né se sarà previsto un rimborso o una deroga. Interpellata dalla testata, la Fifa non ha fornito alcuna risposta. La decisione di Trump mette così a rischio la credibilità stessa di due Mondiali e di un’organizzazione che si professa globale, ma agisce in modo sempre più politico.L'articolo Trump firma il Travel Ban, Infantino tace: l’ipocrisia della Fifa e i Mondiali “globali” negli Usa delle restrizioni proviene da Il Fatto Quotidiano.