L’estate 2025 potrebbe rivelarsi la stagione più funestata dai ritardi aerei per i viaggiatori europei. Tutta colpa della grave carenza di personale specializzato che opera nelle torri di controllo e nei centri radar distribuiti in tutto il continente. Willie Walsh, che guida la Iata (Associazione internazionale del trasporto aereo), non usa mezzi termini nel descrivere la situazione durante l’assemblea annuale tenutasi a Nuova Delhi. Il Corriere della Sera cita la sua previsione allarmante: «Andrà decisamente peggio degli ultimi 20-30 anni». Il paragone è con l’estate 2024, già considerata problematica per i ritardi record registrati sulle rotte aeree dal 2010 in poi. Con buona pace di chi ha programmato le vacanze tra scali e coincidenze spesso risicate.I numeri del disastro annunciato sui voliEurocontrol, l’organismo di controllo del traffico aereo europeo, ha elaborato stime preoccupanti per l’anno in corso. I calcoli indicano ritardi medi per ogni singolo volo compresi tra 2,02 e 2,54 minuti lungo le rotte principali. Tradotto in termini assoluti, significa oltre 70mila minuti di ritardo cumulativo ogni giorno, una cifra che supera di gran lunga l’obiettivo prefissato di 0,9 minuti per volo. L’impatto sui passeggeri è tangibile: una percentuale pari al 10% dei collegamenti aerei accumula ritardi significativi, con arrivi che slittano mediamente di 25-30 minuti rispetto agli orari programmati.La vera causa dei problemi oltre al maltempoWalsh punta il dito contro una pratica diffusa nel settore: l’utilizzo delle condizioni meteorologiche come giustificazione per mascherare problematiche più profonde. «Il meteo viene usato da molti fornitori di servizi di traffico aereo per mascherare un problema di risorse», sostiene l’ex vertice di Iag, la holding che comprende British Airways, Iberia, Vueling e Aer Lingus. La sua analisi va oltre: «I gestori degli spazi aerei europei non hanno affrontato i cambiamenti fatti dalle compagnie per migliorare l’efficienza». Un’accusa diretta a chi dovrebbe garantire la fluidità del traffico aereo continentale.Mancano i controllori di volo: le zone più criticheLa diagnosi è chiara secondo il dirigente Iata: «L’offerta dei controllori di volo non tiene il passo con la domanda di mercato». I dati di Eurocontrol confermano questa lettura, quantificando in un range del 10-20% il deficit di personale qualificato operativo nelle strutture di controllo. Le zone più critiche includono diversi paesi strategici: Spagna, Germania, Grecia, Ungheria, Croazia e Serbia stanno già sperimentando le conseguenze di questa carenza con accumuli significativi di ritardi. Walsh esprime soddisfazione per il riconoscimento ufficiale del problema: «Sono contento che Eurocontrol lo stia mettendo in evidenza, perché lo denunciamo da tempo. Ora ammettono che non avevano le risorse giuste. E devono sistemare la cosa. È semplice. Devono risolverlo, devono mettere le risorse giuste nei posti giusti».Il progetto «Cielo Unico Europeo» rimasto a terraIl dirigente richiama l’attenzione su un progetto europeo mai decollato: il Cielo Unico Europeo, concepito per centralizzare la gestione del traffico aereo continentale. «Sarebbe stato più economico, più efficiente, più sicuro e migliore per l’ambiente», commenta Walsh, sottolineando come questa iniziativa rimanga ferma alle intenzioni da anni.La questione dei risarcimenti: chi deve pagare?Secondo la logica di Walsh, la responsabilità finanziaria dovrebbe ricadere su chi causa i disagi: «Siccome gran parte dei ritardi è dovuta proprio ai controllori di voli, questi dovrebbero al 100% farsi carico di risarcire i passeggeri». Tuttavia, il dirigente mostra scetticismo sulle possibilità che questo avvenga: «Ma non credo che succederà. È una vergogna». La critica si estende al sistema normativo europeo, in particolare al regolamento Ue261 che disciplina i risarcimenti passeggeri: «Si pensava che il modo per migliorare le prestazioni fosse multare le compagnie aeree, viste come il problema, se non rispettavano gli standard». Senza dimenticare l’ultimo intervento di Bruxelles, che ha aumentato il tempo di ritardo necessario per far scattare i rimborsi.Che cosa è successo a HeathrowWalsh cita il caso dell’aeroporto londinese di Heathrow per illustrare quello che considera un atteggiamento problematico: «Ora le compagnie aeree vengono multate perché i controllori di volo hanno problemi o perché, come nel ridicolo caso di Londra Heathrow, l’aeroporto chiude». Particolarmente critico verso le dichiarazioni del vertice dello scalo: «Il ceo ha detto che non era colpa loro, non hanno responsabilità, hanno fatto un ottimo lavoro e ne è molto orgoglioso. Ma il fatto che se ne stia lì a dire che non hanno responsabilità dimostra quanto siano arroganti, perché non vedono alcun rischio nel proprio fallimento».Sistema normativo sotto accusaLa valutazione complessiva di Walsh sul quadro regolamentare è severa. Definisce la situazione «un fallimento della regolamentazione perché non ha prodotto i risultati sperati». Come prova di questo atteggiamento, cita una prassi comune: «La prima cosa che si legge sui siti degli aeroporti quando c’è un guasto è “Contatta la tua compagnia aerea”». La conclusione del dirigente Iata è a difesa delle compagnie aeree: «Le compagnie aeree hanno migliorato le proprie prestazioni in modo significativo, ma sono vittime delle scarse prestazioni degli aeroporti e in particolare dei fornitori dei servizi di aeronavigazione. Ecco perché non è giusto compensare se il volo è in ritardo per colpa dei controllori di volo».L'articolo Arriva una raffica di voli in ritardo, la previsione sulle vacanze rovinate in Europa: «Perché sarà l’anno peggiore di sempre». Il problema dei risarcimenti proviene da Open.