Si spacciano per Marco Rubio e chiamano ministri di governi stranieri, l’ultima falla alla Casa Bianca: il furto della voce del segretario di Stato con l’IA

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Ancora un allarme per la sicurezza delle comunicazioni interne del governo americano. Questa volta a essere preso di mira è il Segretario di Stato Marco Rubio, la cui voce è stata contraffatta da un impostore con l’intelligenza artificiale per contattare ministri stranieri, un governatore degli Stati Uniti e un membro del Congresso. Secondo quanto riportato dal Washington Post, le autorità statunitensi non sanno ancora chi ci sia dietro questo tentativo di falsificazione, ma da una comunicazione interna inviata dall’ufficio di Rubio al Dipartimento di Stato, si apprende che la piattaforma utilizzata per il tentativo di inganno è Signal. L’intelligenza artificiale per ricreare la voce di RubioLe prime ricostruzioni riferiscono che la campagna di imitazione è iniziata a metà giugno, quando un utente ha creato un account con username “Marco.Rubio@state.gov”, inviando messaggi vocali con la voce del Segretario di Stato. Il malintenzionato avrebbe utilizzato un software di intelligenza artificiale per ricreare la voce di Rubio. Nulla di complicato secondo l’esperto di sicurezza informatica Hany Farid, professore dell’Università della California Berkeley: «Basta avere 15-20 secondi di audio della persona, cosa facile nel caso di Marco Rubio. Lo si carica su uno qualsiasi dei servizi, si clicca su un pulsante che dice “Ho il permesso di usare la voce di questa persona”e poi si digita quello che si vuole che dica».L’Fbi: «Numerosi casi di falsificazione»Marco Rubio non è il solo a cui è stata “rubata la voce”. Sembrerebbe che siano numerosi i casi di falsificazione che coinvolgono alti funzionari americani, tanto che l’Fbi ha lanciato, nel maggio di quest’anno, l’allarme «su gli attori malintenzionati che si spacciano per dirigenti americani» mettendo in guardi tutti i dipartimenti del governo statunitense.Gli altri incidenti con SignalNon è la prima volta che la piattaforma di messaggistica Signal è coinvolta in questi tentativi di interferenza. Il caso più noto è certamente quello di marzo, in cui Michael Waltz ha inavvertitamente aggiunto un giornalista a una chat di gruppo su Signal in cui si discutevano piani di attacco altamente sensibili degli Stati Uniti nello Yemen. Quella disattenzione è costata a Michael Waltz il posto da consigliere per la sicurezza nazionale, anche se Trump lo ha velocemente riposizionato nel ruolo di ambasciatura Usa all’Onu. Nonostante tutto, afferma il Washington Post, Signal continua a rimanere uno dei metodi di comunicazione preferiti dall’amministrazione Trump. L'articolo Si spacciano per Marco Rubio e chiamano ministri di governi stranieri, l’ultima falla alla Casa Bianca: il furto della voce del segretario di Stato con l’IA proviene da Open.