Il 40% dell’Irpef arriva da chi guadagna meno di 50mila euro. E la fascia tra 29 e 35mila versa il 12%. Tutti i numeri

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Un’imposta che grava quasi per l’85% su lavoratori dipendenti e pensionati e viene pagata per il 40% da chi guadagna meno di 50mila euro. Con la fetta più grossa (12,7%) a carico di quei 4,3 milioni di contribuenti che portano a casa tra 29mila e 35mila euro, vale a dire 2.500 euro lordi al mese considerando anche tredicesima e quattordicesima. Mentre i 145mila italiani (un misero 0,34% del totale) che dichiarano oltre 200mila euro si accollano il 10,7% dell’esborso. L’elaborazione del Fatto quotidiano sui dati delle dichiarazioni dei redditi 2024, relative all’anno prima, conferma le storture del sistema fiscale italiano, risultato di 50 anni di erosione della base imponibile dell’Irpef. E molte altre iniquità restano sottotraccia, perché i numeri della nostra tabella interattiva sull’Irpef pagata dai contribuenti suddivisi per fasce di reddito non comprendono i redditi da capitale, assoggettati a regimi sostitutivi di favore. E non fotografano la situazione degli 1,9 milioni di autonomi con ricavi fino a 85mila euro che godono della conveniente flat tax al 15%.!function(){"use strict";window.addEventListener("message",function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"]){var e=document.querySelectorAll("iframe");for(var t in a.data["datawrapper-height"])for(var r,i=0;r=e[i];i++)if(r.contentWindow===a.source){var d=a.data["datawrapper-height"][t]+"px";r.style.height=d}}})}();Partiamo da quanti pagano l’Irpef. Su 42,5 milioni di persone che hanno presentato dichiarazione per il 2023, a dovere effettivamente qualcosa allo Stato sono stati solo in 33,5 milioni: gli altri guadagnano troppo poco o hanno l’imposta compensata dal trattamento integrativo (l’ex bonus Renzi di 80 euro poi reso strutturale e portato a 100 euro al mese). Il reddito medio dichiarato si è fermato a 24.800 euro. L’imposta dovuta, al netto delle detrazioni, ha toccato quota 189,9 miliardi a cui bisogna togliere 4,3 miliardi di trattamento integrativo, che riducono il gettito atteso a 185,6 miliardi. La parte interessante è la ripartizione del carico.Tra salari bassi, lavoro nero, partite Iva fuoriuscite dall’Irpef in favore del regime forfettario ed evasione fiscale, ben 14,8 milioni di italiani – il 35% del totale – hanno dichiarato tra 12mila e 26mila euro e hanno di conseguenza un’imposta netta media contenuta, meno di 3mila euro al lordo del citato trattamento integrativo. Messi insieme totalizzano comunque 39 miliardi di Irpef, il 20% del totale.Subito sopra c’è la fascia che, in percentuale, versa di più: quella tra i 29mila e i 35mila euro. È il 10,24% dei contribuenti, paga il 12,75% dell’Irpef. Sulla carta si tratta di “ceto medio”, ma nei fatti dopo un biennio di inflazione alle stelle arriva a fatica a fine mese. Da un decennio tutti i governi si inventano interventi per sostenere il potere d’acquisto di quei contribuenti, ma il risultato, causa drenaggio fiscale, è che stanno peggio di prima. L’ultima riforma voluta dall’esecutivo di Giorgia Meloni, che ha stabilizzato la struttura a tre aliquote e il taglio del cuneo sostituendolo però con un bonus fiscale per i redditi fino a 20mila euro e una nuova detrazione per quelli tra 20mila e 40mila, ha peggiorato la situazione. Perché aumenta il divario tra imposte pagate da diverse categorie di contribuenti a parità di reddito e gonfia le aliquote marginali effettive che colpiscono gli eventuali aumenti di reddito ricevuti da chi guadagna tra 32mila e 40mila euro. Segue, con il 10,81% di Irpef pagata, la fascia che guadagna tra 40 e 50mila euro: poco più di 2 milioni di contribuenti, il 4,9% del totale.In cima alla piramide ci sono i pochissimi che dichiarano cifre consistenti. Poco più di 552mila quelli che si posizionano tra 100 e 200mila euro e pagano il 12% dell’Irpef, 86mila tra 200mila e 300mila (3,7% dell’Irpef), 59mila nell'”Olimpo” sopra i 300mila euro (7%). Numeri che comprendono anche gli autonomi fuori dal perimetro della flat tax. E la cui esiguità è cartina di tornasole di un’evasione diffusa in tutte le attività economiche, testimoniata dai voti di affidabilità fiscale delle partite Iva soggette agli indici ad hoc dell’Agenzia delle Entrate e certificata dalla relazione sull’evasione pubblicata ogni anno da una commissione di esperti presso il Mef.I redditi in tabella, come anticipato, non comprendono però i proventi da attività finanziarie e da affitti. Tenendone conto, un gruppo di docenti e ricercatori ha scoperto che i contribuenti più ricchi pagano aliquote effettive più basse rispetto al resto della popolazione. Il sistema è insomma regressivo a favore dei molto ricchi, a scapito del gettito e dell’equità e a dispetto dell’articolo 53 della Costituzione.L'articolo Il 40% dell’Irpef arriva da chi guadagna meno di 50mila euro. E la fascia tra 29 e 35mila versa il 12%. Tutti i numeri proviene da Il Fatto Quotidiano.