Si apre una settimana cruciale per l’ex Ilva e per la città di Taranto. Al ministero per le Imprese è convocata una riunione a oltranza per decidere sul futuro dello stabilimento. Per il ministro Adolfo Urso la maratona dovrà chiudersi con una decisione definitiva sull’accordo di programma, chiarendo che in ultima istanza la scelta spetta alla città di Taranto e alla sua nuova amministrazione.Ieri il tavolo preparatorio al MinisteroIntanto ieri al ministero si è riunito un tavolo preparatorio, presieduto da Urso, con la ministra del Lavoro Marina Calderone collegata da Aalborg dove si trova per la ministeriale Ue, e i sindacati, che hanno ribadito la richiesta di garanzie per l’occupazione e la decarbonizzazione dell’impianto siderurgico. Per andare avanti, il primo passo è l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale. “L’autorizzazione a produrre è indispensabile per poter salvare posti di lavoro ed ambiente, senza – ha incalzato il segretario della Uilm Rocco Palombella – si porta alla chiusura lo stabilimento con un disastro occupazionale senza precedenti in Italia”. “Siamo di fronte al rischio di una bomba sociale vera e propria – gli ha fatto eco il segretario della Fim Cisl Ferdinando Uliano – e chiediamo agli enti locali e alle istituzioni di mettere in campo tutte le iniziative possibili”. La Fiom ha ribadito la richiesta di una presenza forte dello Stato nel gruppo, incalzando tutte le parti, “anche maggioranza e opposizione, a trovare una soluzione”. “Stiamo parlando del futuro strategico della siderurgia, di un processo di decarbonizzazione, di garanzia occupazionale. Noi – spiega il leader della Fiom Michele De Palma – lanceremo al ministro e alle istituzioni locali che saranno presenti domani un messaggio molto chiaro: è ora di smetterla col gioco del cerino”.Urso ha promesso riunione risolutivaIl ministro Urso ha promesso una riunione “no stop” risolutiva: “Io chiuderò solo quando ci sarà una decisione comune che può essere positiva, negativa, lo decideremo insieme. La conferenza dei servizi tecnica è stata convocata per giovedì per il rilascio dell’Aia e incombe la sentenza al Tribunale di Milano che ove non ci fosse un’Aia sanitaria e ambientale condivisa dagli attori inevitabilmente dovrebbe decidere per la chiusura dello stabilimento”. “Le discussioni sono al termine, bisogna – promette il ministro – ora passare alle decisioni”. E su questo cerca la sponda delle istituzioni locali, sollecitando da parte loro “proposte concrete” che però “ancora non sono giunte”. Sull’accordo di programma, “la prima scelta spetta a Taranto. E chiederò” al sindaco “di esprimersi in modo chiaro, nello spirito di piena e leale collaborazione tra gli organi dello Stato”, ha concluso.