L’esercito israeliano conferma di aver preso di mira una serie di alti funzionari e agenti di Hamas lo scorso 30 giugno 2025, causando oltre 30 vittime all’interno dell’internet café Al-Baqa di Gaza City, nel nord della Striscia. Tra i decessi è stato segnalato il fotografo Ismail Abu Hatab. Molti, però, si concentrano sulle foto che ritraggono l’attivista palestinese Bayan Abu Sultan sanguinante, accusandola di essere un’attrice truccata da Hamas per fingersi vittima all’interno dell’internet café Al-Baqa. La prova? Un video in cui, secondo la teoria, verrebbe truccata per l’occasione. Si tratta di un’accusa priva di fondamento.Per chi ha frettaNon è plausibile che la donna sia stata truccata e inviata in così poco tempo in un luogo dove nessuno si aspettava un attacco del genere.Il video, pubblicato per la prima volta su Instagram il 30 giugno 2025, risulta pubblicato per riportare le condizioni dell’attivista dopo l’attacco israeliano.Grazie alla geolocalizzazione delle foto e dei video, è possibile confermare che la donna era realmente presente e ripresa all’interno dell’internet café Al-Baqa di Gaza City.Il colore del sangue sui vestiti appare spento nel video usato per accusarla, mentre le immagini scattate e riprese sul posto la mostrano macchiata con un rosso più acceso. Questo è compatibile con il processo di ossidazione del sangue, che a contatto con l’aria cambia tonalità.AnalisiLe condivisioni della teoria sono molteplici, partendo dai semplici post che riportano lo scatto nel luogo colpito da Israele: È una giornalista palestinese col volto pieno di sangue, peccato che era stata truccata appositamente da Hamas, per uso e consumo pro- pal !Altri, invece, condividono il video che confermerebbe l’accusa nei suoi confronti:Lei si chiama Bayan Abu Sultan. Ed è visibilmente felice, come si apprende dalle immagini. Perché fra pochi istanti potrà condurre a termine la sua impresa. Pochi istanti dopo sarà riportata dalla stampa – che riceve le veline da Al Jazeera, che le riceve direttamente da Hamas, prima di propagarle alle agenzie di stampa internazionali (direttamente ad Haaretz, quando Reuters o AP hanno i conati di vomito) – come “giornalista palestinese colpita a freddo dagli strike israeliani presso la caffetteria Baqa a Gaza”. Giusto il tempo per indossare bende e fasciature macchiate di vernice rosso sangue, in modo da simulare l’aggressione subita. Una messinscena che richiede la collaborazione di quattro, fra truccatori e costumisti, più l’immancabile collaboratore reporter con tanto di pettorina “PRESS”. Più i propagatori di bufale, no question asked.Tra i primi a mettere in dubbio la vicenda, il 1° luglio 2025, troviamo l’account X “Gazawood” che, di fatto, sostiene la teoria del complotto di Pallywood:Il 5 luglio 2025, l’account X Gazawood condivide lo screenshot di un articolo pubblicato dalla testata italiana Libero, intitolato “«Ferita dai colpi israeliani» Ma era Hamas a truccarla”.Chi è Bayan Abu Sultan, attivista e sostenitrice della strage di HamasBayan Abu Sultan si presenta (come riportato dal suo account Instagram) come palestinese, femminista e giornalista («Palestinian. Feminist. Journalist»). Secondo quanto pubblicato dal suo account X @BayanPalestine (creato nel 2010 e dove è presente la spunta blu), risulta essere una sostenitrice della strage del 7 ottobre 2023 da parte dei terroristi di Hamas (che definisce “freedom fighters”), pubblicando diversi post di giubilo per quanto accaduto fin dalle prime ore del mattino di quel giorno.Le foto di Bayan Abu Sultan all’internet cafè Al-Baqa di Gaza CityConsultando l’archivio di Getty Images, attraverso la parola chiave “Al-Baqa“, è possibile riscontrare due foto dove viene ritratta Bayan Abu Sultan (1 – 2).Proseguendo la consultazione, troviamo un ulteriore scatto:Le foto che ritraggono Bayan Abu Sultan, così come altre presenti nell’archivio che testimoniano quanto accaduto, risultano attribuite al fotografo Majdi Fathi e all’agenzia NurPhoto (galleria).La geolocalizzazione del cafè Al-BaqaGli scatti di Bayan Abu Sultan risultano realizzati all’interno dell’internet cafè Al-Baqa? Il locale è situato poco distante dal porto di Gaza, come indicato dall’account Instagram.Grazie a Google Maps, è possibile identificare il punto dove è situato il locale:Consultando le fotografie associate al ristorante accanto, l’Al Salam Restaurant Abu Haseira, è possibile osservare l’entrata del locale (scatto del 2022) con l’insegna Al-Baqa (è possibile notare il numero di telefono 0594550888):La geolocalizzazione delle foto di Bayan Abu SultanAttraverso le fotografie condivise negli anni dai palestinesi su Google Maps, possiamo riconoscere il luogo dove sono state scattate quelle di Bayan Abu Sultan. Nel seguente confronto (foto Google Maps del 2019, foto NurPhoto/Getty del 2025), è possibile notare come le strutture presenti nelle immagini combacino tra di loro:Confrontando le foto presenti su Getty (1 – 2), si riscontra che Bayan Abu Sultan si trovava proprio all’interno delle strutture del locale colpito dagli israeliani.Il video usato per accusarla di fingereIl video usato per sostenere le accuse contro Bayan Abu Sultan è stato pubblicato per la prima volta lo stesso giorno, il 30 giugno 2025, in un reel dell’account Instagram di Mohemmed Abusalama. Nella descrizione, che risulta essere la stessa dal giorno di pubblicazione, Bayan viene citata in quanto sopravvissuta all’attacco israeliano.Il presunto video senza i vestiti sporchiSu X, alcuni utenti sottopongono un video mettendo in dubbio quanto accaduto a Bayan Abu Sultan. «Quando si è ferita?» scrive “Signor Ernesto” nel suo post, per poi essere più chiaro in uno successivo: «Non c’é sangue sulle braccia, sulla maglietta, sul viso, i capelli non sono cotonati come se avesse preso una scarica di trifase».Il video considerato dall’utente è quello pubblicato su Instagram dall’account di Fadi Turban (@fadi_turban). Attraverso l’angolazione della ripresa, sembrerebbe che i vestiti non siano sporchi. Bisogna considerare un problema: la clip non è ad alta risoluzione, a tal punto che i volti sembrano censurati da enormi pixel.Un altro video, pubblicato dall’account Instagram di Majd Abo Alouf (@moamen_abualouf), riprende la scena da un’altra angolazione, permettendoci di osservare gli abiti sporchi della donna sporchi di sangue. Confrontando i fotogrammi, risulta che entrambi i video riprendano le stesse persone, nello stesso posto e nello stesso periodo.Di fatto, risulta estremamente difficile (o meglio dire impossibile) che si trovasse sul luogo dell’attacco israeliano senza avere i vestiti macchiati, per poi andarsi a truccare con calma, sorridendo mentre viene ripresa dagli amici, e tornare immediatamente sul posto per inscenare il tutto.Perché non regge la narrazione diffusa sui social contro Bayan Abu SultanLa clip utilizzata per accusarla non risulta essere un “video trapelato”, in quanto è stato reso pubblico dai suoi amici per la prima volta dopo l’attacco israeliano.Le foto e i video ripresi sul posto, che ritraggono anche Bayan Abu Sultan, sono stati realizzati poco dopo l’attacco israeliano. Chi accusa la donna non spiega come potesse essere preparata all’evento e inviata in brevissimo tempo, prima che i feriti venissero portati via, in un luogo dove nessuno si aspettava un attacco del genere.In un altro video, pubblicato dopo l’attacco israeliano su Instagram dall’utente Hassan Salem (@hassan.salem.gaza), Bayan Abu Sultan viene ripresa mentre, davanti a uno specchio (la sua immagine è riflessa, ndr), cerca di rimuovere il sangue dal volto in quello che sembra essere un bagno. Questa ripresa anticipa quella utilizzata per accusarla di prepararsi alla fantomatica messinscena.Nel video usato come “prova” della presunta finzione, la donna presenta dei cerotti sul braccio destro, del tutto assenti nelle foto scattate all’interno del locale di Gaza. Questo dettaglio evidenzia che il video sia stato registrato in un momento successivo all’attacco israeliano, e non precedente.Nel video, il colore rosso sulla maglietta grigia risulta spento rispetto a quello visibile negli scatti fotografici. Di fatto, il sangue comincia a ossidarsi e a seccarsi, causando un cambiamento di colore una volta entrato in contatto con l’aria. Non risulta plausibile che avvenga il processo inverso, considerando il video come un backstage e le foto scattate nel locale come una messinscena.ConclusioniLe accuse rivolte all’attivista palestinese Bayan Abu Sultan non reggono. Il video utilizzato per sostenere la teoria del complotto non è affatto la ripresa di un backstage. Le immagini registrate poco dopo l’attacco israeliano confermano la presenza della donna e le macchie di sangue sui suoi abiti.Questo articolo contribuisce a un progetto di Meta per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Meta.L'articolo “Truccata dai terroristi”: la teoria del complotto sull’attivista palestinese Bayan Abu Sultan proviene da Open.