La Corte d’Appello di Milano ha respinto la richiesta di accesso alla giustizia riparativa per Alessandro Impagnatiello, condannato per il femminicidio di Giulia Tramontano a Senago nel 2023. L’istanza era stata presentata dalla difesa dell’ex barman, nei cui confronti lo scorso 25 giugno è stata confermata in appello la condanna all’ergastolo. Le motivazioni dell’inammissibilità della giustizia riparativaL'”assunzione di responsabilità” da parte di Impagnatiello e “il rincrescimento esternato alla prima occasione di contraddittorio processuale” offertagli sono stati ritenuti “irrilevanti” dalla Corte d’appello per “una valutazione di ammissibilità” dell’imputato alla giustizia riparativa. La famiglia di Giulia Tramontano, da parte sua, aveva evidenziato la propria indisponibilità a prendere parte al percorso della giustizia riparativa, “per ora irretrattabile”, scrive la Corte. Alla luce della loro posizione, la Corte d’Appello ha ritenuto che “per affermare una effettiva utilità alla risoluzione delle questioni derivanti da reati commessi, fossero decisivi i moventi” alla base de delitto commesso a Senago.Il processo ad Alessandro ImpagnatielloLo scorso 25 giugno la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, escludendo però l’aggravante della premeditazione richiesta dalla Procura generale e dalla parte civile, ma confermando quelle della crudeltà e del legame di convivenza. La decisione di escludere la premeditazione ha suscitato forti reazioni, in particolare da parte della sorella di Giulia, Chiara Tramontano, che in un messaggio sui social ha parlato di “vergogna” e di “legge che uccide due volte”, accusando lo Stato di ignorare la realtà dei fatti nonostante i ripetuti tentativi di avvelenamento, le ricerche online e le menzogne reiterate dell’imputato.