Genoa, Sucu: «Deluso dagli ex proprietari. Nuovi soci? Possibile ma non ora»

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Il Genoa è pronto a iniziare la prima stagione con Dan Sucu come nuovo proprietario del club. L’imprenditore rumeno a dicembre 2024 ha acquisito il 77% delle quote del club ligure attraverso l’aumento di capitale da 40 milioni di euro che ha, in pratica, spinto fuori A-Cap, il creditore di 777 Partners che sta continuando a portare avanti le sue azioni legali per il controllo del Grifone.Intanto, come detto, Sucu si appresta a vivere il suo primo inizio di stagione sempre con Patrick Vieira in panchina. «In questo momento dovrei essere in Romania per i tanti impegni da presidente di Confindustria. Ma il Genoa mi mancava troppo, è giusto che sia qui con la squadra», ha confessato all’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport l’imprenditore rumeno.«Una premessa va fatta – continua Sucu –, penso che il futuro del calcio sia nella formula della multiproprietà: ora il Genoa e il Rapid Bucarest, in futuro ci possono essere altri club o partenariati. Sono entrato in contatto con il Genoa e quando mi hanno detto che c’era la possibilità di entrare in società ci ho provato. È stata una grande gioia e ne sono molto orgoglioso. Sono solo un po’ deluso dal comportamento degli ex proprietari, il nostro obiettivo è quello di alzare il valore del Genoa e stiamo lavorando per quello».Ottenuta una salvezza tranquilla, si guarda con fiducia alla stagione appena iniziata: «Continuare a lavorare per rendere il club più stabile e sostenibile. Quanto tempo servirà, non sono in grado di dirlo. Non sono cose che si fanno dall’oggi al domani. Ma oggi è già meglio di ieri e domani sarà ancora meglio, bisogna avere fiducia. L’obiettivo è quello di avere una squadra più forte di quella dell’anno scorso».«Puntiamo a fare meglio dell’anno scorso. Il nostro obiettivo non può essere solo la salvezza, puntiamo a vincere – ammette Sucu –. In Romania, il Rapid lotta per il titolo e la coppa, quest’anno non è andata bene ma vogliamo migliorare. Qui il modello è rappresentato da Atalanta e Bologna, che sono partite anche da situazioni peggiori rispetto alla nostra e adesso sono nelle coppe. Ma un modello è anche il Napoli, che ha vinto lo scudetto ed è un club autosostenibile».Come detto, sulla panchina del Grifone ci sarà ancora Vieira, che nelle scorse settimane ha ricevuto più di un’offerta da altri club, si parlava anche dell’Inter dove il francese ha giocato, ma ha mantenuto la parola data al club rossoblù: «C’è stata tanta paura di perderlo. Perché c’erano diversi club interessati e l’Inter ci ha pensato. Ma avevo la sua promessa che sarebbe rimasto e il mister si è confermato uomo di parola, tra di noi c’è un grande feeling. Lo sento parlare ai giocatori e ai suoi collaboratori, mi sembra di sentire parlare me stesso con i miei famigliari e con i miei collaboratori. Stesse parole, per due uomini nati e cresciuti a 3mila chilometri di distanza».«Per noi è una figura centrale, non ci sono dubbi – continua il patron del Genoa –. Sarà con noi per almeno altri due anni, stiamo lavorando per avere una squadra più vicina possibile alla sua idea di calcio. E il feeling che c’è con il Ds Ottolini è molto importante, vorrei che anche al Rapid ci fosse questo lavoro di squadra: sono felice che il nuovo ds Pederzoli abbia accettato di lavorare con noi, in questi giorni è qui per sviluppare la sinergia tra i due club».Sul parco calciatori: «Se ho un favorito? Dico Thorsby, per lo spirito che mette sempre in campo. Uno spirito da Genoa. Quando lo vedo in campo mi sento più sicuro, è uno che non si arrende mai e combatte sempre. Stanciu? Da quattro o cinque anni è il capitano della Romania, è un eroe per i romeni. Ha una grande responsabilità e so che la comprende, su di lui c’è grande attenzione, soprattutto da parte dei 50mila romeni che vivono e lavorano in Liguria. Ha grandi qualità, può alzare il livello tecnico della squadra ed è felice di essere qui. Può fare felici tutti noi e i tifosi del Genoa. Per essere qui ha accettato di guadagnare la metà rispetto a quello che prendeva prima».Capitolo futuro: «Bisogna dare stabilità al club, continuare nell’ottimo lavoro per rendere il club sostenibile. Cessioni? Dopo quella di Ahanor (accasatosi all’Atalanta per circa 15 milioni di euro, ndr), non le escludo, se arriveranno offerte le valuteremo. Ciò che conta è il Genoa, l’obiettivo non è certo spartirsi dividendi ma aumentare il valore del club. Di sicuro costruiremo una squadra sempre più competitiva. Va ricordato che le risorse derivate da cessioni dello scorso mercato estivo, come quella di Gudmundsson, sono state utilizzate dalla precedente proprietà per necessità contingenti e per l’iscrizione al campionato 2024/2025, mentre le operazioni di mercato di questa estate servono e serviranno a sostenere solo ed esclusivamente il nostro club nella suo percorso di progressiva crescita e stabilità».Sullo stadio Ferraris, con la sua ristrutturazione che sembra poter attraversare un periodo di stanby per la situazione in casa Sampdoria: «Siamo interessati a un progetto di rilancio del Ferraris, attualmente appartiene al Comune e siamo disposti a parlarne. Non è necessario averne la proprietà, non è un aspetto importante: lo stadio del Rapid, ad esempio, è di proprietà dello Stato rumeno. Il Ferraris è uno stadio magico ma ha bisogno di essere ristrutturato e ripensato, c’è un progetto che prevede una parte commerciale da 9-10mila metri quadrati, ci hanno offerto una partecipazione al 10% e ci interessa. Torneremo a parlarne con il Comune e con l’altra società della città».Infine, un pensiero che conferma la volontà di Suciu di integrarsi sempre di più bel Genoa e nel capoluogo ligure: «In hotel si sta bene ma vorrei un posto dove sentirmi a casa. Per cui penso che con la mia famiglia cercherò un posto dove andare ad abitare quando sarò a Genova. È una città affascinante, sto cercando di studiarne la storia. E in questo mese in cui sono stato via mi sono mancati sia il Genoa sia la città».