L’ipotesi di due popoli e due Stati «attualmente non è sul tavolo». Perché «dobbiamo essere realisti: uno Stato palestinese oggi sarebbe governato da Hamas e celebrerebbe l’indipendenza il 7 ottobre». Mentre l’Autorità nazionale palestinese «non ha più legittimità, non indice elezioni da vent’anni perché alle urne stravincerebbe Hamas. Per questo la maggioranza della Knesset, 99 deputati su 120, ha bocciato la proclamazione di uno Stato palestinese». La viceministra degli Esteri israeliana Sharren Haskel, intervistata da La Stampa, chiude al riconoscimento della Palestina.La Palestina e HamasSulla prosecuzione della guerra, Haskel afferma: «È sufficiente una tregua di poche settimane perché Hamas si riorganizzi: cosa farà in 5 anni se non lo rendiamo incapace di nuocere? Ho uno studio di Dinah Project sui cadaveri degli ostaggi restituiti che mostra mutilazioni, stupri, torture. Non ci fermeremo finché l’ultimo ostaggio non avrà fatto ritorno a casa e Hamas non sarà più una minaccia per noi: se deponesse le armi, la guerra finirebbe domani». Ma la viceministra nega che l’obiettivo finale della guerra sia che i palestinesi lascino la Striscia di Gaza: «No. In tutti i confitti, dalla Siria al Sudan, sorgono nei Paesi confinanti campi per accogliere i profughi. Purtroppo nessuno ha aperto le porte ai palestinesi durante i combattimenti, neppure temporaneamente».Gli houtiHaskel commenta anche la situazione con gli Houthi: «Negli ultimi due anni abbiamo smantellato la rete di proxy dell’Iran, uno Stato aggressore che minaccia l’umanità nel nome dell’Islam radicale. Gli Houthi che attaccano i mercantili, anche italiani, sono parte di quella rete. Israele sta facendo il lavoro sporco per tutto l’Occidente».L'articolo Perché Israele non vuole “due popoli, due Stati”: «Hamas festeggerebbe l’indipendenza il 7 ottobre» proviene da Open.