Le nuove rivelazione sul caso Almasri – il generale libico arrestato perché accusato di crimini di guerra e poi rilasciato e riportato in Libia con tanto di volo di Stato – scatenano le opposizioni che chiedono le dimissioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e l‘informativa in Aula della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “È certificato che Nordio è venuto in Aula e ha mentito“, dichiara Roberto Giachetti di Italia Viva. “Non può rimanere nel proprio ruolo un secondo di più”, aggiunge la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani. “Venga Giorgia Meloni” in Aula, che è “la regista di questo film horror”, “siamo al depistaggio di Stato“, aggiunge Chiara Appendino del Movimento 5 stelle.Tutto questo avviene proprio mentre è stata diffusa la notizia che l’indagine del Tribunale dei ministri, sulla mancata consegna del generale libico alla Corte penale internazionale da parte del governo italiano, sia ormai conclusa, ed emergono così nuovi dettagli molto rilevanti. In particolare, nelle carte in mano ai giudici c’è il riscontro che fin dal primo pomeriggio di domenica 19 gennaio (poco dopo l’arresto) la capo di gabinetto di Nordio, Giusi Bartolozzi, sapeva ciò che stava avvenendo, e diede le indicazioni ai magistrati del Dipartimento degli affari di Giustizia di parlarsi con cautela. Secondo quanto emerso, nel primo pomeriggio di quel giorno, quando Almasri era stato fermato da poche ore dalla Digos di Torino, l’allora capo del Dag, Luigi Birritteri (poi dimessosi e rientrato in ruolo), scrisse a Bartolozzi una mail per indicare la mancanza dell’autorizzazione all’arresto del ricercato, attivandosi per trovare il modo di convalidare il fermo e procedere alla consegna di Almarsi. Bartolozzi rispose di essere già informata. Raccomandando prudenza.Dettagli che contraddicono la versione del ministro data in Parlamento. “Contrariamente a quanto dichiarato pubblicamente, il ministero avrebbe avuto notizia dell’arresto non il lunedì 20 gennaio, ma ben prima, già nel pomeriggio della domenica precedente e avrebbe avuto tutto il tempo di regolarizzare l’avvenuto arresto. Un ministro che, assumendo l’incarico ha giurato sulla Costituzione e che avrebbe mentito in una informativa al Parlamento, non può rimanere nel proprio ruolo un secondo di più”, attacca Serracchiani ricordando, inoltre, che “la decisione di liberare il criminale violentatore di bambini e di riaccompagnarlo in Libia addirittura con un volo di Stato, è stata una scelta politica precisa di cui si deve assumere la responsabilità la Presidente del Consiglio“, conclude la deputata dem.“Sta crollando il castello delle bugie, giorno dopo giorno, rendendo questa storia sempre più grave e vergognosa”, ha detto alla Camera la vicepresidente del M5s Chiara Appendino. “Dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, regista di questo film horror, vogliamo sapere cosa è successo in questo depistaggio di Stato. Meloni venga in aula a fare un’informativa e raccontare tutto quello che ha fatto il suo governo. La verità è un dovere verso i cittadini, invece questo governo l’ha voluta negare agli italiani fin dal primo giorno. E per una volta faccia la cosa giusta: mandi a casa Nordio, subito”, sottolinea Appendino.“Sulla vicenda Almasri ormai è tutto chiaro: Giorgia Meloni ha mentito nel video da Palazzo Chigi, Carlo Nordio ha mentito al Parlamento”, incalza in una nota il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Non mi interessa la vicenda giudiziaria o l’avviso di garanzia: mi preoccupa – aggiunge Renzi – un governo che mente all’opinione pubblica e alle Camere. Un Governo che si fa ricattare dai torturatori libici. Un Governo che si fa umiliare sulla scena internazionale come ieri a Bengasi. Da mesi dico a voce alta e con pochi coraggiosi che su Almasri c’era molto di più. E oggi confermo che non finisce qui“, sottolinea il leader di Italia Viva.“Quando la principale collaboratrice del ministro della Giustizia invita ad utilizzare la massima segretezza e sistemi di comunicazione ‘riservati’ che cosa si vuole nascondere di tanto imbarazzante, se non una violazione delle norme?”, chiede Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi-Sinsitra. “Quando un ministro, come Nordio, viene in Parlamento e dice il falso, raccontando di essere stato informato con molto ritardo della vicenda mentre emerge che da almeno 24 ore e i suoi uffici brigavano per nascondere all’opinione pubblica la vicenda, cosa aspetta – conclude Fratoianni – la Presidente del Consiglio Meloni a farlo dimettere?”.“È una situazione di una gravità assoluta: Nordio ha mentito su tutta la linea e ora deve dimettersi”, incalza il segretario di +Europa, Riccardo Magi: “Il governo ha mentito agli italiani dicendo che non sapeva chi fosse quel cittadino libico. Palazzo Chigi non poteva non sapere e ha messo in pratica una colpevole corresponsabilità nel rilascio di quel macellaio, con tanto di accompagnamento a casa con aereo di Stato. Peraltro le accuse del tribunale dei ministri si aggiungono a quelle della Procura della Corte penale internazionale, secondo cui Nordio ha addirittura ostacolato l’attività della Corte. Il ministro della Giustizia non ha più alibi: faccia un passo indietro prima di infangare ancora di più le nostre istituzioni”, conclude Magi.L'articolo Caso Almasri, le opposizioni all’attacco: “Nordio ha mentito, si dimetta”. “Meloni è la regista, venga in Aula” proviene da Il Fatto Quotidiano.