Haskel, la viceministra degli Esteri di Israele: «Hamas non è un’interlocutore, insegna ai bambini a idolatrare Hitler. Italia mediatore affidabile»

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Mentre alla Nuvola di Roma va in scena la conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina, qualche quartiere più in là, tra le mura dell’ambasciata israeliana, affacciata sui pini di Villa Borghese, si discute di un’altra guerra: quella tra Israele e Hamas. «L’Italia è un mediatore degno di fiducia sul piano diplomatico, perché ha un dialogo aperto sia con Israele che con le autorità palestinesi». A tracciare il quadro attuale del conflitto – che negli ultimi mesi ha travalicato i confini di Gaza, ampliandosi in scala e intensità fino in Iran – è Sharren Haskel, viceministro degli Affari Esteri di Israele da novembre dello scorso anno, intervenuta oggi a un briefing durante la sua prima visita ufficiale in Italia, cominciata martedì. Nel suo calendario romano, l’incontro con la comunità ebraica, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e con la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Nessun faccia a faccia con la Farnesina. In compenso, ha incontrato diversi parlamentari (di maggioranza e opposizione) appartenenti al gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Israele.«L’Italia, Paese amico»«Vediamo l’Italia come un amico» ha sottolineato più volte, spiegando che «Roma è stata scelta come sede di diversi colloqui diplomatici negli ultimi mesi». Una scelta che riflette, secondo Haskel, «la natura aperta – anche se a volte complessa – del dialogo tra i due Paesi sulla situazione umanitaria».Il programma Food for GazaNel corso del briefing, Haskel ha parlato di Food for Gaza, il programma umanitario promosso dal governo italiano per portare aiuti alimentari alla popolazione della Striscia. «Un’iniziativa molto importante -ha sottolineato – su cui siamo in costante contatto con Roma per rispondere alle richieste e alle esigenze avanzate dall’esecutivo italiano». Un canale di cooperazione bilaterale, che si regge su un equilibrio delicato. «L’Italia – spiega – ha mostrato attenzione anche verso le nostre preoccupazioni, ed è proprio per questo che abbiamo agevolato molte delle sue richieste, a cominciare dall’arrivo in Italia dei bambini palestinesi feriti a Gaza, curati nei vostri ospedali. Abbiamo fatto in modo che tutto questo fosse possibile».La messa al bando dell’UnrwaHaskel, esponente del partito Nuova Speranza – lo stesso del neo ministro degli Esteri Gideon Sa’ar – è nota per aver promosso alla Knesset (il parlamento israeliano) un disegno di legge che vieta all’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Impiego dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) di operare in Israele. Lo Stato ebraico accusa da tempo l’Unrwa di essere infiltrata da Hamas. Oggi è tornata su questo punto. «Da quasi due anni imploriamo la comunità internazionale di collaborare con noi per garantire la distribuzione degli aiuti umanitari, ma non attraverso le mani di Hamas, che governa Gaza», ha affermato. «Purtroppo, invece di occuparsi davvero del popolo palestinese, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha politicizzato la questione, preferendo affidarsi a un’organizzazione che riteniamo marcia fino al midollo, anziché garantire aiuti umanitari ai bambini palestinesi che ne hanno davvero bisogno».Si riparte dal sistema educativoLa viceministra israeliana Sharren Haskel, rispondendo a una domanda sul futuro di Gaza dopo il conflitto, è stata netta: «Hamas non potrà far parte di nessun assetto futuro». Serve, ha detto, «qualcosa di diverso» per permettere a israeliani e palestinesi di vivere fianco a fianco. Ha accusato Hamas di aver «avvelenato le menti» con un’educazione antisemita: «insegnano a scuola la jihad e il nazismo, letteralmente nei libri di testo delle scuole, idolatrano Adolf Hitler». Per Haskel il primo passo per la ricostruzione passa attraverso le scuole: «serve una riflessione profonda sul sistema educativo».L’iran «Il nemico mortale»L’iran, «il nemico mortale», è la definizione della viceministro, che ha elogiato il cancelliere della Germania, Friedrich Merz. «Ha avuto ragione – spiega – quando ha affermato che Israele, con le sue azioni in Iran, avrebbe svolto il lavoro sporco anche per gli alleati occidentali». Insiste su questo punto: «il regime iraniano è un pericolo non solo per Israele, ma per l’intera umanità e Israele è la prima linea per poteggere anche gli europei».L'articolo Haskel, la viceministra degli Esteri di Israele: «Hamas non è un’interlocutore, insegna ai bambini a idolatrare Hitler. Italia mediatore affidabile» proviene da Open.