L'appello del Papa: "L'IA sia al servizio dell'intera famiglia umana"

Wait 5 sec.

AGI - Serve una "gestione coordinata locale e globale" delle nuove tecnologie e in particolare dell’Intelligenza Artificiale. Questi strumenti, con la loro capacità di svolgere compiti con "velocità" ed "efficienza", non possono però sostituire "il discernimento morale" e la ricchezza delle relazioni autenticamente umane.Lo afferma Leone XIV in un messaggio inviato a suo nome dal segretario di Stato Pietro Parolin all’AI for Good Summit 2025, in programma dal 7 all’11 luglio a Ginevra, e organizzato dall’International Telecommunication Union (Itu), in collaborazione con alcune agenzie delle Nazioni Unite e con il patrocinio del Governo svizzero.La cooperazione globale come risposta alla sfida digitaleIl messaggio si apre con le congratulazioni del Pontefice per il 160º anniversario della fondazione dell’Itu e per l’impegno costante nel promuovere una "cooperazione globale" volta a portare i benefici delle tecnologie della comunicazione alle popolazioni di tutto il mondo.La sfida di "connettere la famiglia umana" attraverso i diversi mezzi a disposizione è particolarmente cruciale nelle aree rurali e a basso reddito, dove ancora circa 2,6 miliardi di persone non hanno accesso a questi sistemi.L’intelligenza artificiale come cambiamento epocaleL’umanità si trova a un bivio dinanzi all’immenso potenziale generato dalla rivoluzione digitale guidata dall’Intelligenza Artificiale, che ha dunque un impatto profondo, "di vasta portata", scrive il nuovo Papa, e influenza ambiti come l’istruzione, il lavoro, la sanità, la governance, l’ambito militare e la comunicazione.Questo "cambiamento epocale" richiede responsabilità e discernimento per costruire "ponti di dialogo", promuovere la fraternità e assicurare che l’IA rimanga al servizio dell’intera umanità.Etica, valori e limiti della tecnologia autonomaLe nuove tecnologie, in continua evoluzione, sono in grado di adattarsi "autonomamente", operando scelte "puramente tecniche basate su algoritmi". Per questo, è fondamentale considerare le implicazioni "antropologiche" ed "etiche" dell’IA, i valori in gioco, così come i doveri e gli strumenti normativi necessari per tutelarli.Sebbene l’IA possa "simulare aspetti del ragionamento umano" e svolgere compiti con straordinaria efficacia, essa – ragiona Papa Prevost – non è in grado di replicare un autentico discernimento morale, né di instaurare "relazioni autentiche".Tecnologia e umanità: una coesistenza responsabileLo sviluppo dei progressi tecnologici deve dunque andare di pari passo con il rispetto dei valori umani e sociali, la capacità di giudicare con coscienza tranquilla e la crescita nella responsabilità umana.Non è un caso, osserva Leone XIV, che questa epoca stimoli riflessioni su cosa significhi "essere umani" e sul "ruolo dell’umanità nel mondo".L’appello del Papa per una governance centrata sulla personaIl Pontefice ispanoamericano afferma che la responsabilità per un utilizzo "etico" dei sistemi tecnologici ricade innanzitutto su sviluppatori, gestori e supervisori. Tuttavia, anche ciascun utente ne condivide una parte.Da qui l’appello a promuovere "quadri normativi" che pongano al centro la persona umana, oltre i "meri criteri dell’utilità o dell’efficienza". L’incoraggiamento è a ricercare con chiarezza l’etica e a promuovere una governance fondata sul riconoscimento condiviso della "dignità" e delle "libertà fondamentali" della persona umana.