Nascono, crescono e si moltiplicano. I "Team Vannacci" sembrano inarrestabili. E ora dentro alla Lega raddoppiano anche i malumori. A Bologna e in provincia le "squadre" del generale sono già tre, la quarta è in arrivo. In totale in Italia sono già 110. Da quando il generale è diventato vicesegretario del Carroccio le articolazioni territoriali dell'associazione Il Mondo al contrario pullulano di leghisti. Ma per Salvini: no problem. La più alta concentrazione dei "team Vannacci" – spiegano dall'associazione Il Mondo al contrario - è al centro nord, tra la Toscana e la Lombardia. Creare un "team" è molto semplice. Basta raggruppare dieci persone e trovare un nome. Tutti partecipanti devono essere regolarmente iscritti all'associazione del generale, versando una quota partecipativa. Non ci sono particolari vincoli di fedeltà, chi aderisce può avere la tessera di qualsiasi partito o forza politica. E molti leghisti hanno deciso di seguire anche il generale. Nella sua organizzazione i "team" sono estremamente orizzontali (il "team leader" è colui che ha creato il team, ma non ha potere formale superiore ai suoi membri). "Da poco", dice Fabio Macera al Foglio, responsabile di uno dei "team" romani, c'è una struttura direttiva, che però "nei fatti non dirige. Abbiamo un consiglio nazionale di cinque o sei persone". E ci sono anche un presidente e un vicepresidente: il primo, Norberto De Angelis, è un ex giocatore di football americano, 61 anni, di Piacenza. Il secondo si chiama Cristiano Romani, di Arezzo, che si occupa strettamente della gestione dei "team". Non c'è, però, una gerarchia. Una cosa "molto comunista", scherzano dalla Lega. La moltiplicazione delle formazioni del generalissimo sembra stia man mano creando non pochi fastidi all'interno del partito. Fonti del Carroccio parlano di "confusione" e "nervosismo": sono troppi i leghisti che hanno aderito ai club esclusivi del generale. Fabio Macera, invece, pur ammettendo una iniziale diffidenza, spiega che il clima è quello di "collaborazione e sinergia". Tutto questo avviene mentre le frange interne alla Lega si stanno organizzando per le prossime elezioni regionali e, con molta meno fretta, per le prossime politiche. E la preoccupazione sembra una: chi milita all'interno del partito da anni ha paura di essere fatto fuori dall'ultimo arrivato, solo perché sponsorizzato dal generale. "Se un militante della Lega organizza uno stand in una piazza dove c'è anche un banchetto del Mondo al contrario, che facciamo? Dobbiamo unire le due iniziative o restiamo due cose separate? Per un elettore questo causa solo confusione", spiegano fonti di partito. Che lamentano anche un'eccessiva pressione da parte dei militanti – che hanno ceduto al fascino del generale - per la creazione di nuovi gruppi: "Colleghi mi buttano dentro a chat WhatsApp per creare nuovi 'team', spesso nelle cene di sezione non si parla d'altro". Uno sforzo eccessivo, dicono, se poi questi "team Vannacci" si occupano principalmente di presentazione di libri e dibattiti politici. "Marketing puro". Sempre i militanti si evidenzia la "superficialità" con la quale la questione è stata affrontata da Salvini. "All'ultima riunione del Federale a Roma la sua risposta, a chi ha sollevato il problema, è stata semplicemente: 'poi ce ne occuperemo'". Nonostante le avvertenze dei suoi, il leader del Carroccio non sembra insomma preoccupato dalla capacità associativa del generale. E chi milita si è quindi adattato al nuovo corso: "Per far spazio al generale, hanno fatto fuori una persona capace come Andrea Crippa. Stiamo ancora aspettando quale sarà l'impiego importante che gli è stato promesso". Da qui l'ultimo interrogativo: "Quando Vannacci si presenterà da Salvini con la lunga, lunghissima lista di chi lo sostiene, che succederà?".