Colombia. La crescita dei gruppi armati sfida la “Pace Totale” di Gustavo Petro

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di Giuseppe Gagliano –In Colombia, la promessa di “Pace Totale” lanciata dal presidente Gustavo Petro nel 2022 si trova di fronte a una prova sempre più difficile. Negli ultimi tre anni i gruppi armati illegali non solo hanno aumentato i loro ranghi, ma hanno anche ampliato il controllo territoriale in diverse regioni strategiche del Paese. A rivelarlo è un rapporto semestrale sulla sicurezza interna, visionato da Reuters e considerato cruciale per la definizione di strategie militari e diplomatiche da parte delle autorità colombiane.Secondo il documento i gruppi armati, un insieme eterogeneo di organizzazioni criminali, milizie paramilitari e guerriglie dissidenti, contavano 21.958 membri attivi tra combattenti e ausiliari alla fine di giugno 2025. Si tratta di un aumento del 45% rispetto ai 15.120 membri stimati nel 2022, anno dell’insediamento di Petro. Un dato allarmante che rischia di trasformare il sogno del primo presidente di sinistra della Colombia in un incubo geopolitico.La Colombia ha alle spalle un conflitto interno tra i più lunghi e complessi del mondo. La firma dell’accordo di pace con le FARC nel 2016 aveva fatto sperare in una nuova era di stabilità, ma ha lasciato un vuoto di potere in molte aree rurali che è stato rapidamente colmato da nuovi attori armati.Oggi, la mappa dei gruppi illegali è frammentata:– ELN (Ejército de Liberación Nacional), la guerriglia marxista ancora attiva, che ha approfittato delle trattative di pace per consolidare il proprio controllo in alcune zone del nord e dell’ovest.– Dissidenti delle FARC, che non hanno mai accettato l’accordo del 2016 e operano come cartelli autonomi, specialmente lungo le rotte del narcotraffico.– Clan del Golfo, una delle principali organizzazioni paramilitari dedite al traffico di droga, con ramificazioni fino a Panama e all’America Centrale.Questi gruppi non si limitano più alla lotta ideologica: hanno intrecciato interessi con il narcotraffico, l’estrazione mineraria illegale e il contrabbando, creando una rete economica criminale capace di sfidare lo Stato.Petro aveva promesso una “Paz Total”, una strategia inclusiva volta a negoziare con tutti i gruppi armati e a ridurre la violenza attraverso un mix di dialogo e sviluppo sociale. Ma i numeri del rapporto trapelato rivelano che la strategia rischia di essere percepita come un segnale di debolezza.Mentre il governo offre cessate-il-fuoco e incentivi economici, i gruppi armati utilizzano la tregua per reclutare nuovi membri e consolidare il controllo territoriale. In molte regioni, lo Stato è assente e le milizie sostituiscono le istituzioni, imponendo tasse, amministrando giustizia e controllando la vita quotidiana delle comunità.Tre funzionari della sicurezza, citati in anonimato da Reuters, sottolineano che la crescita dei gruppi armati è ormai “una minaccia diretta alla sovranità nazionale” e richiede una risposta coordinata tra esercito, polizia e intelligence.La crisi colombiana non è isolata. Confina con il Venezuela di Nicolás Maduro, accusato di tollerare – se non addirittura proteggere – la presenza di gruppi armati colombiani sul proprio territorio. Le rotte del narcotraffico si intrecciano con l’America Centrale e arrivano fino agli Stati Uniti, rendendo la Colombia un nodo sensibile per la sicurezza regionale.Anche la Cina e la Russia osservano con attenzione: Pechino ha investito miliardi in infrastrutture strategiche in Colombia, mentre Mosca ha rafforzato i legami militari con Caracas. Washington, tradizionalmente coinvolta con il “Plan Colombia” per combattere la droga, sembra meno presente rispetto al passato, ma non può permettersi che il caos in Colombia destabilizzi ulteriormente il continente.La Colombia del 2025 si trova di fronte a un bivio. La crescita dei gruppi armati dimostra che il conflitto non si è mai davvero concluso, ma si è trasformato in qualcosa di più fluido e insidioso.Per Gustavo Petro la sfida è duplice: mantenere credibilità politica senza rinunciare alla sicurezza. Ma il tempo stringe. Ogni mese che passa senza una strategia efficace rischia di rendere irreversibile la frammentazione del territorio colombiano.La lezione geopolitica è chiara: in un’epoca di guerre ibride e Stati fragili, non basta firmare la pace. Occorre costruirla ogni giorno, villaggio per villaggio, con la forza e con il consenso.