Un nuovo asse per l’Europa? Roma, Berlino e Parigi secondo Calovini e Scotto

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In un contesto globale segnato dall’incertezza, in cui i tradizionali punti di riferimento vacillano, l’Unione europea è chiamata a ridefinire il proprio ruolo. Italia, Germania e Francia – tre Paesi che, per storia e posizione, sentono una responsabilità particolare verso l’integrazione europea – possono guidare questa fase. Serve una cooperazione più stretta che non resti a livello dichiarativo, ma si traduca rapidamente in strumenti concreti di azione comune, soprattutto nei settori chiave della difesa e della politica estera. In questo senso, l’intensificazione in atto degli scambi e degli incontri a livello politico e istituzionale rappresenta il punto di partenza da cui costruire una direzione condivisa.Le basi già esistono. Il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia (2021), il rinnovato Trattato dell’Eliseo tra Germania e Francia, e il Piano d’Azione per la cooperazione strategica tra Italia e Germania (2023) definiscono una rete politica solida. Letti insieme, questi accordi delineano una piattaforma trilaterale pronta a diventare operativa.La difesa comune è il primo terreno su cui questa convergenza può produrre risultati. Una cooperazione più integrata tra i tre Paesi, che rappresentano una quota rilevante delle capacità europee, rafforzerebbe l’efficacia e la credibilità dell’Unione. Questo progetto si inserisce in un rapporto realistico e costruttivo con la Nato, senza duplicazioni né contrapposizioni, ma con l’obiettivo di guadagnare maggiore autonomia continentale. In quest’ottica, è anche essenziale che l’Unione costruisca sinergie concrete con partner strategici non appartenenti all’Unione europea, a partire da Regno Unito, Canada, Norvegia e Turchia, per rafforzare insieme la sicurezza collettiva su scala più ampia. Una capacità europea più solida rappresenta infatti un valore aggiunto non solo per l’Unione, ma anche per i suoi alleati transatlantici.Anche sul piano della politica estera, l’Unione ha bisogno di maggiore coesione. In un mondo segnato dalla competizione tra potenze e dalla crisi del vecchio multilateralismo, Italia, Germania e Francia possono contribuire a definire una nuova configurazione multilaterale, fondata su cooperazione e responsabilità condivisa. Un coordinamento stabile renderebbe la voce dell’Unione più chiara ed efficace nello scenario globale.Questo triangolo strategico deve essere inclusivo, aperto alla collaborazione con tutti gli Stati membri interessati a condividere visione, strumenti e obiettivi. Ma al tempo stesso deve agire con determinazione e urgenza. L’integrazione europea non può restare bloccata nell’attesa del consenso unanime: avanzare insieme, quando ci sono le condizioni, significa rafforzare l’intera Unione, non dividerla.Va superata anche l’equazione tra integrazione e federazione. L’integrazione non è un traguardo istituzionale astratto, ma una pratica concreta: lavorare insieme, decidere insieme, costruire strumenti comuni. Solo così potranno maturare strutture condivise più avanzate.Il triangolo strategico tra Italia, Germania e Francia è oggi una responsabilità politica reale. Attivarlo significa trasformare intese già esistenti in una piattaforma stabile di azione comune. È da qui che l’Unione Europea può riconquistare peso internazionale, rafforzare la propria coesione interna e affrontare con maggiore consapevolezza le sfide del presente.