Degli italiani non ci si può fidare. Anche se non sono così ostili alla Russia come altri europei. Lo sostiene l’ambasciatore russo in Italia Alexei Paramonov in un’intervista a Izvestia ripresa dall’agenzia di stampa Agi. «Due nuovi virus sono penetrati nell’élite italiana per sostituire l’epidemia di Covid: la Russofobia e l’Ucrainofilia, che, per sinergia, acquisiscono forme particolarmente aggressive e portano a conseguenze molto deprimenti sia in termini di processi politici interni sia di posizionamento in ambito internazionale», spiega.L’ambasciatore e gli italiani«Anche i nostri interlocutori che sono immuni a questo flagello nelle condizioni attuali preferiscono isolarsi per non essere contagiati, salvare le loro convinzioni e preservare il buon senso», aggiunge. In generale di «questa presunta moderazione della posizione italiana sullo sfondo di alcuni altri paesi», come quelli che fanno parte della cosiddetta coalizione dei volenterosi, «non ci si deve fidare molto perché molto spesso, nel corso degli anni, i paesi dell’Occidente collettivo, tra cui l’Italia, hanno cercato di presentare la loro posizione e le loro azioni in una luce migliore e più amichevole di quanto non fosse in realtà», prosegue. Dunque, «non ci si può fidare dei nostri interlocutori ufficiali italiani in ogni caso ora», assicura.Il concerto di GergievUn esempio è la cancellazione del concerto di Valery Gergiev a Caserta. «Si tratta, naturalmente, di una manifestazione significativa della russofobia e dell’applicazione pratica del concetto di abolizione della cultura», dice l’ambasciatore. Secondo Paramonov, «con questa decisione, la leadership italiana, il presidente Sergio Mattarella e il primo ministro Meloni, che si sono più volte opposti all’abolizione della cultura russa e che hanno cercato di vantarsi della loro tolleranza sullo sfondo dell’apertura della stagione al Teatro alla Scala nel 2022 con l’opera Boris Godunov, si sono contraddetti».L'articolo L’ambasciatore russo: «Degli italiani non ci si può fidare. Sono malati di Ucrainofilia» proviene da Open.