AGI - Sorvolando in aereo il sud della Francia, per arrivare a Marsiglia, l'occhio cade sul numero incredibile di piscine. Ogni casa ne ha una, ma stanno diventando un problema. Perché a fronte di estati sempre più calde e della siccità che colpisce diversi comuni della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra ci si interroga sull'opportunità che ogni casa abbia una propria piscina. I comuni francesi stanno valutando misure drastiche: tra queste, il divieto di costruzione di nuove piscine private. La scarsità d’acqua ha spinto nove sindaci del dipartimento del Var a proporre una moratoria temporanea, che potrebbe durare fino a cinque anni, per limitare il consumo idrico legato alle piscine. Marsiglia, città portuale e turistica, affronta anche un altro problema legato all’acqua: l’inquinamento delle spiagge. Diverse zone balneari sono state chiuse al pubblico a causa di livelli elevati di batteri fecali, causati da scarichi industriali e da una gestione insufficiente delle acque reflue. Le autorità locali effettuano controlli quotidiani, ma la qualità dell’acqua resta insufficiente per ottenere la certificazione “bandiera blu”.Le misure restrittive sulle piscine hanno scatenato proteste da parte dei cittadini e delle associazioni di categoria. La Fédération des professionnels de la piscine ha sottolineato che il consumo idrico delle piscine rappresenta solo lo 0,15% del totale nazionale. Tuttavia, il governo francese insiste sulla necessità di preservare le risorse idriche, soprattutto in vista di estati sempre più torride. Il dibattito è acceso: da un lato la tutela ambientale, dall’altro il diritto al benessere e la sopravvivenza di un intero settore economico. Marsiglia si trova così al crocevia tra esigenze climatiche e pressioni sociali, in una sfida che riguarda tutta l’Europa meridionale.