Regionali in Toscana, il Movimento cinque stelle e il sì a Giani. Perché Conte ora ha deciso di cedere e cosa c’entrano le altre sfide

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La campagna elettorale, almeno per il centrosinistra, è ormai ai blocchi di partenza. In Campania e Toscana i contorni si fanno più nitidi, e i nomi da tempo sul tavolo sembrano pronti a entrare ufficialmente in scena. In Campania, sarà Roberto Fico – ex presidente della Camera, espressione del Movimento 5 Stelle – a guidare la coalizione. In Toscana, il dem riformista Eugenio Giani si prepara a correre per un secondo mandato. Candidature nell’aria da settimane, che ora sembrano a un passo dalla conferma, anche se manca ancora il sigillo dell’ufficialità. Ma il passo, almeno per la Toscana, dovrebbe arrivare giovedì, con la riunione della direzione regionale del Pd: solo dopo quel passaggio, la campagna potrà partire davvero. La vera sorpresa per Giani arriva, però, altrove. Nonostante le tensioni con i pentastellati a livello locale, il Movimento 5 Stelle – attualmente all’opposizione nel Consiglio regionale – ha deciso di sostenerlo. «Il partito, a livello nazionale, ha già deciso. Stiamo solo aspettando di ufficializzare, perché a livello locale c’è un po’ di fibrillazione. Ma andremo con Giani», conferma ad Open un deputato pentastellato.Le tensioni a livello locale tra Pd e 5S nelle ultime settimaneUn accordo tutt’altro che scontato. Nelle ultime settimane la tensione tra dem e M5s era salita alle stelle. La volontà di tentare un’alleanza – anche se con delle resistenze – c’è stata fino a quando non è esploso il caso della sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, coinvolta in un’inchiesta giudiziaria per corruzione. Le accuse, che l’hanno poi spinta alle dimissioni, hanno fatto deragliare il dialogo: i 5 Stelle hanno subito invocato «prudenza, riflessione e monitoraggio», sottolineando che i loro «standard sono molto alti e ora diventano non negoziabili sotto il profilo delle garanzie». A complicare ulteriormente le cose, i dissidi interni al Partito democratico, con il conflitto tra riformisti e filo-schleiniani, che hanno restituito l’immagine di un fronte indebolito dall’interno. Un’incertezza su cui il Movimento 5 Stelle non ha mancato di cavalcare l’onda.Una scissione tutta interna ai pentastellatiFonti regionali avevano già confermato a Open che le tensioni sul possibile accordo con il centrosinistra erano tutte interne al Movimento 5 Stelle. Il gruppo era (o forse ancora è) diviso in due: da una parte, chi fa riferimento a Irene Galletti – capogruppo in Consiglio regionale e candidata presidente alle ultime regionali – e ad Andrea Quartini, deputato ed ex portavoce in Regione, che si oppone all’alleanza con il Partito Democratico. Dall’altra, l’ala vicina a Paola Taverna – vicepresidente del partito e punto di riferimento per la linea di dialogo con il centrosinistra – sostiene invece l’intesa.Decisione che «non pregiudica le elezioni in Calabria»«La decisione non pregiudica le elezioni calabresi», precisano dal 5S, anche se è chiaro a tutti che un sì in Toscana rende più semplice chiedere qualcosa altrove. E in quella regione, la Calabria appunto, la scelta del possibile candidato potrebbe spettare al Movimento 5 Stelle, sulla base dei risultati ottenuti nelle ultime consultazioni: primo partito alle politiche del 2022 e principale forza d’opposizione alle recenti elezioni europee. Ma la partita non è chiusa, perché le riflessioni nel Partito democratico sono ancora aperte, anzi, sono appena cominciate. Tra i nomi sul tavolo ci sono quello del senatore Nicola Irto, già candidato alle precedenti Regionali, e quello di Giuseppe Falcomatà, attuale sindaco di Reggio Calabria.L'articolo Regionali in Toscana, il Movimento cinque stelle e il sì a Giani. Perché Conte ora ha deciso di cedere e cosa c’entrano le altre sfide proviene da Open.