Giuseppe Sala non cambia rotta. Nonostante l’avviso di garanzia ricevuto nell’ambito dell’indagine sull’urbanistica milanese, il sindaco conferma la volontà di restare in carica e di portare a termine il mandato. Intervenuto in diretta su RTL 102.5 nella mattina di martedì 5 agosto, Sala ha affrontato la sua situazione, rivendicando il lavoro svolto negli ultimi anni e criticando duramente il modo in cui è venuto a conoscenza della sua iscrizione nel registro degli indagati. «Ho saputo di essere indagato alle dieci di sera dalla telefonata del direttore del Corriere della Sera. Mi ha detto: ‘Guarda che domani usciamo con questa notizia’. Purtroppo capita spesso. Ma in un Paese democratico così non va bene», ha detto. «Non sono uno che molla»A chi gli chiede se abbia mai pensato di lasciare, Sala risponde con fermezza: «Non sono uno che molla». È di pochi giorni fa, infatti, la notizia della sua decisione di non dimettersi, nonostante dopo l’avvio delle indagini alcuni ipotizzassero una sua interruzione del mandato. «Di non dimettermi l’ho fatto solo per senso del dovere perché non sono un tipo che molla. Non è che Expo sia stata una passeggiata, io so cosa ho sofferto ma è stato un successo per Milano, quindi bisogna anche sapere resistere in certi momenti». Il sostegno di Giorgia MeloniUna linea che appare coerente, anche alla luce delle parole pronunciate dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in un recente intervento ha dichiarato che «non ci si dimette per un avviso di garanzia». Sala, interpellato sulla questione, ha accolto favorevolmente questo principio: «Sono parole che mi hanno fatto piacere e sono parole corrette, perché non possiamo essere legalitari a corrente alternata».Il «sistema Milano» sotto la lenteNegli ultimi giorni, al centro delle discussioni c’è stato anche il cosiddetto «modello Milano», spesso celebrato per la sua capacità di attrarre investimenti e trasformare il volto della città. Ma oggi, dice il sindaco, quel modello è improvvisamente finito sotto accusa: «Siamo passati dal celebrare il sistema Milano a criticarlo aspramente. Se mettiamo al confronto Milano vent’anni fa e oggi, la città è migliorata. Poi la giustizia farà il suo corso ma Milano è l’unica a essersi sviluppata così in Italia. Buttare via tutto è sbagliato». Nell’intervista, Sala ha difeso ancora una volta le scelte urbanistiche fatte negli ultimi anni, pur riconoscendo che alcune operazioni potrebbero non essere state perfette: «A Milano possono esserci state operazioni non corrette. Ma quelle immobiliari hanno avuto senso, e io le rivendico».Il futuro e il bilancio personaleGuardando ai mesi che restano alla fine del mandato – 18 a partire da settembre – Sala si dice deciso a concludere il percorso con lo stesso impegno che ha sempre dimostrato. «Sono un po’ provato, ovviamente non è piacevole la situazione, ma alla fine la passione e la voglia di lavorare prevalgono, per cui andiamo avanti con intensità». Come ha ribadito il primo cittadino, «alla fine prevale il senso del dovere, ho 67 anni e ho fatto tante cose nella vita, non è che coltivo qualche ambizione, guardo al futuro con disincanto. Ho il senso del dovere e credo che Milano abbia ancora bisogno». L’auspicio di Beppe Sala per il futuroInfine, ha concluso con un auspicio per quando si tireranno le somme della sua amministrazione: «Spero che i miei 11 anni siano ricordati come un periodo in cui Milano è migliorata. Chiaro che stiamo vivendo anche problemi della contemporaneità, le ingiustizie sociali sono profonde ma come in tutte le città del mondo. Si tratta di trovare soluzioni».L'articolo Beppe Sala: «Milano è migliorata». Il sindaco: «Dimissioni? Vado avanti per senso del dovere» proviene da Open.