Quando si presenta l’occasione, a InVisibili piace raccontare storie di resilienza, spunti di riflessioni, e soprattutto di stimolo, per le persone che si trovano in uno stato di depressione o sconforto a causa di una disabilità, o di una malattia, o di qualsiasi altro tipo di problema. Oggi è la volta di Ivan Loriso, quarantenne di Foggia, direttore di un supermercato, a cui nel 2022 è stata diagnosticata una malattia rara: la CIDP (Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica).Ivan, della sua nuova condizione, apparentemente sfavorevole, è riuscito a farne un vero punto di forza, non solo per se stesso, ma anche per molte altre persone che si trovano in una situazione particolarmente difficile. Loriso ha messo a disposizione la sua esperienza, scrivendo la sua autobiografia “Racconto i miei punti di forza e le mie debolezze”; e fondando “Abileconte”, un blog, un foro, un’app, soprattutto un luogo di confronto. Abbiamo voluto approfondire direttamente con lui questa sua particolare esperienza di vita.Ivan, riavvolgiamo il nastro, ci può raccontare brevemente la sua storia?La mia storia è quella di una persona comune che, a un certo punto, si è ritrovata a fare i conti con qualcosa di inatteso. La diagnosi è stata un momento spartiacque, uno di quelli che ti costringono a fermarti, respirare e rimettere ordine nelle priorità. Da lì è iniziato un percorso complesso, fatto di fragilità ma anche di scoperte, che mi ha portato a conoscere parti di me che non avevo mai ascoltato davvero. Oggi posso dire che la mia storia non è definita dalla malattia, ma da come ho scelto di affrontarla e trasformarla.Se considerassimo la diagnosi della sua patologia un “giro di boa”, ci può parlare delle differenze dell’“Ivan del prima” e dell’“Ivan del dopo”?L’Ivan di prima correva molto, spesso senza guardarsi davvero dentro. Viveva con l’idea che mostrarsi sempre forte fosse l’unico modo per andare avanti. L’Ivan del dopo, invece, ha imparato che anche rallentare ha un valore. Ha scoperto che la vulnerabilità non è una resa ma un ponte verso gli altri. Ho imparato a riconoscere i miei limiti, ma anche a dare finalmente credito ai miei punti di forza. Quel “giro di boa” mi ha insegnato che la vita non va controllata, ma ascoltata.Che cosa ha voluto comunicare, scrivendo il suo libro autobiografico “Racconto i miei punti di forza e le mie debolezze”?Con questo libro ho voluto raccontare una verità semplice: non siamo perfetti, e non dobbiamo esserlo. Ho voluto condividere il mio percorso per dare voce a chi, come me, si è sentito smarrito almeno una volta. Le mie debolezze non sono state nemiche, ma insegnanti; i miei punti di forza sono nati proprio lì, dove pensavo di essere più fragile. Il libro è un invito alla sincerità con sé stessi, un abbraccio a chi pensa di essere solo nel proprio cammino.Nella sua vita, da chi ha ricevuto un maggior aiuto e sostegno?Il sostegno più grande è arrivato dalle persone che non hanno avuto paura di starmi accanto nei momenti più difficili. La famiglia, gli amici più stretti e anche chi, attraverso il blog, ha condiviso la propria esperienza con me. Ogni parola ricevuta, ogni gesto, ogni ascolto è stato un tassello fondamentale per non perdermi.Parlando proprio di aiuto e sostegno, lei ha fondato “Abileconte”, un forum, un’app, ma soprattutto un luogo di confronto. Ce ne vuole parlare?Abileconte nasce dalla mia esigenza e poi dalla mia visione di creare uno spazio sicuro dove le persone potessero raccontarsi senza paura di essere giudicate. Volevo costruire un luogo digitale che fosse “umano”, dove chiunque potesse trovare ascolto, scambio e comprensione. È un progetto che cresce con le storie delle persone che lo abitano: non è solo un forum o un’app, ma una comunità basata sul rispetto e sulla condivisione.Dopo il libro e il forum, ha altri progetti nel cassetto?Sì, i progetti non mancano. Mi piacerebbe continuare a diffondere messaggi di consapevolezza e inclusione, magari con un nuovo libro o attraverso incontri e iniziative legate al mondo del supporto emotivo e della disabilità. Sto lavorando anche a sviluppare ulteriormente Abileconte, perché diventi un punto di riferimento ancora più solido per chi cerca un confronto sincero. La mia missione, ormai, è quella: trasformare la mia esperienza in qualcosa di utile per gli altri, e sopratutto donare un sorriso alle persone che soffrono.