Arriva in cdm il Documento di finanza pubblica: deficit sotto il 3% e pil rivisto al ribasso. In manovra taglio Irpef e rottamazione

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Arriva il nuovo Documento programmatico di finanza pubblica, che sostituisce la vecchia Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza ed è la cornice della prossima legge di Bilancio. Il testo, atteso giovedì sera in consiglio dei ministri, rivede al ribasso rispetto al Def di aprile la crescita attesa per il 2025 limandola da +0,6 a +0,5%. Anche per l’anno prossimo si prevede un aumento del pil inferiore quello preventivato in primavera (+0,7% contro 0,8%).Notizie migliori sul fronte del deficit: rispetto alle previsioni di aprile che lo indicavano al 3,3% per quest’anno e al 2,8% per il prossimo, ora si stima che possa scendere sotto la soglia del 3% già nel 2025. Questo permetterebbe all’Italia di uscire dalla procedura di infrazione europea per deficit eccessivo con un anno di anticipo rispetto al calendario previsto. Il che consentirebbe al governo di ricorrere alla clausola di salvaguardia per gli investimenti in difesa. Meno rassicurante è il quadro sul debito pubblico. Le stime ufficiali del Dpf di aprile lo fissavano al 136,6% del Pil quest’anno, per poi toccare il 137,6% nel 2026 e scendere al 137,4% nel 2027. Ora Morgan Stanley stima un aumento al 139,7% nel 2026 e rilevando che, rispetto a 18 mesi fa, non è più in via di stabilizzazione ma su una traiettoria al rialzo.Osservato speciale il dato sulla spesa primaria netta, che è per Bruxelles il nuovo parametro di riferimento. Stando a indiscrezioni l’andamento è migliore del previsto e ci sarebbe un margine di 8 miliardi, che però in base al nuovo Patto di stabilità non sono un “tesoretto” spendibile per finanziare la manovra. Le uniche risorse utilizzabili sono infatti le maggiori entrate strutturali derivanti dalla lotta all’evasione. Tutte le altre risorse necessarie dovranno essere reperite con tagli di spesa o nuove entrate fiscali. Controverso il possibile “contributo straordinario” da chiedere agli istituti di credito. L’obiettivo del governo è raccogliere tra 2,5 e 3 miliardi di euro dalle banche, ma con tutta probabilità si tratterà anche quest’anno di un anticipo di liquidità, non un vero prelievo aggiuntivo. La definizione precisa verrà stabilita attraverso una trattativa ancora tutta da avviare con gli istituti stessi, che si svolgerà con molta calma e anche alla luce dei risultati delle elezioni regionali e dei conseguenti equilibri nella maggioranza. La Lega, proprio mentre il leader di Forza Italia Antonio Tajani interveniva sul tema alla festa del partito parlando di misura da “partito comunista”, ha pubblicato una nota durissima notando che “nei tre anni di nostro governo le banche hanno registrato utili per circa 130 miliardi, quadruplicando il proprio valore in borsa”. Il partito di Salvini ha quantificato in 5 miliardi il possibile contributo a valere sugli “enormi guadagni da interessi e commissioni”, da destinare all’aumento di stipendi e pensioni, investimenti in sanità e una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. I forzisti respingono l’idea stessa di extraprofitto.Il cuore della manovra, stando alle anticipazioni, sarà un nuovo intervento sull’Irpef, questa volta concentrato sul ceto medio. La seconda aliquota, che si applica sui redditi da 28mila a 50mila euro, dovrebbe scendere di due punti percentuali, dal 35% al 33%. L’ipotesi iniziale di estendere lo scaglione fino a 60mila euro di reddito sta perdendo quota: il costo raddoppierebbe (passando da 2,5 a 4-5 miliardi) mentre la platea aumenterebbe solo dell’1%.Confermata una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, ma in versione ridimensionata rispetto alla proposta originale della Lega che prevedeva 10 anni e 120 rate. Tra le ipotesi più accreditate c’è una durata di 8 anni con 96 rate per i debiti di importo minore. Sul tema Tajani ha espresso cautela: “Bisogna stare attenti” perché “quelli che hanno pagato non possono fare la figura dei fessi”. Il sottosegretario leghista Claudio Durigon ha replicato ricordando che la pace fiscale era nel programma del centrodestra e rappresentava anche un obiettivo di Silvio Berlusconi.L'articolo Arriva in cdm il Documento di finanza pubblica: deficit sotto il 3% e pil rivisto al ribasso. In manovra taglio Irpef e rottamazione proviene da Il Fatto Quotidiano.