Carmen Consoli tra musica e impegno politico. La ‘cantantessa’ siciliana ha presentato oggi a Milano ‘Amuri Luci’, primo capitolo di una trilogia musicale con cui torna sulla scena dopo un periodo in cui tra l’altro si è dedicata molto a fare la mamma. Un progetto sincero, ambizioso che scava nelle profondità della sua identità artistica e che vedrà la luce in digitale domani, venerdì 3 ottobre. “Amuri Luci sono due sostantivi senza congiunzione: l’amore profondo, autentico, vero è un valore extrasociale su cui i governi non investono perché non genera profitto. La luce è conoscenza, verità e anche questo non è ahimè nelle agende dei nostri governanti”, spiega la cantautrice siciliana incontrando la stampa nella prestigiosa sede della Triennale. Il nuovo progetto musicale di Carmen ConsoliConsoli torna con un progetto che è molto più di un disco: è una dichiarazione d’intenti, un’opera in tre parti, un viaggio nelle profondità della sua identità artistica. Ognuno specchio di una delle sue ‘tre anime’. In questo primo album nel quale Consoli duetta insieme a Lorenzo Jovanotti, Mahmood e il tenore Leonardo Sgroi, registrato in gran parte in presa diretta, con un approccio live: “Mi sono ritrovata una chitarra classica di metà 800 di una mia trisavola – spiega Consoli – e ho scritto con quella chitarra, forse perché mi metteva in connessione con la mia famiglia”. Un vero e proprio manifesto politico con cui la’cantatessa’ attribuisce alla lingua e alle origini linguistiche una grande importanza perché: “quello che siamo è molto legato a nostre origini, un codice genetico a cui fare riferimento per reimpossessarci di nostre radici e avere à la forza per capire cosa vogliamo. Senza storia siamo neo primitivi e questo a me spaventa tanto”. Consoli è già al lavoro sul secondo dei tre album, nel quale dice di voler sperimentare altre lingue, dal francese allo spagnolo con il latino come filo conduttore: “Voglio indagare le radici comuni dei popoli attraverso la letteratura”. Un lavoro di ricerca accurata, fuori dai ritmi frenetici della vita, perché come dice la cantante “continuo a credere e praticare la lentezza”. Carmen Consoli: “Meloni fa il gioco delle tre carte”L’incontro alla Triennale è l’occasione per affrontare temi di attualità molto caldi, su tutti quello di Gaza e della missione della Flotillia. “Un’azione molto importante perché è un corridoio che apre. Io vengo dalle montagne quindi non ho la finezza di Giorgia Meloni, ma il gioco delle tre carte non me lo fai”, dice l’artista siciliana. “Mandiamo gli aiuti delle navi in due giorni- dice la cantante imitando la voce della premier – perché non ci pensavi prima? Che fai, il gioco delle tre carte? Riconosciamo lo Stato della Palestina però Hamas non è compresa, è il gioco delle tre carte”. La cantante: “Non tutti gli israeliani sono con Netanyahu”Allo stesso tempo, sottolinea come non tutti gli israeliani sono con Netanyahu. “Io ho molti amici israeliani che si ribellano a questa situazione, la cui voce però non sta emergendo. Bisogna bloccare chi gestisce le cose: oggi bisogna saper essere diplomatici, ma si sta agendo con una logica di ‘occhio per occhio, dente per dente'”, sostiene e aggiunge che “Netanyahu non è adeguato al ruolo che occupa, e ha degli amichetti molto nazionalisti che appoggiano questo modo di fare”. Infine Consoli fa appello all’unità delle opposizioni: “Non capisco perché la sinistra non riesca a unirsi su ciò che ha in comune, è una cosa che non mi dà pace. Le auguro di trovare una strada che accomuni tutti, qui la sensazione è di un derby calcistico, dove ha la meglio chi fa stare zitto l’altro. Non c’è un dibattito politico, vedo un film dell’orrore dove si dice tutto e il contrario di tutto per avere consenso”. Questo articolo Gaza, Carmen Consoli: “Meloni fa il gioco delle tre carte” proviene da LaPresse