Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha ammesso pubblicamente che durante le elezioni in Moldavia fu contattato dai servizi segreti francesi con la richiesta di censurare alcuni canali Telegram che venivano ritenuti “problematici” per il governo moldavo e francese, in particolare quelli che esprimevano posizioni politiche non gradite alle autorità europee e locali. Durov ha reso noto tramite post su X (Twitter) e Telegram che in un primo momento furono rimossi canali che effettivamente violavano le regole della piattaforma, ma che si rifiutò di intervenire ulteriormente contro altri canali completamente regolari, ritenendo la richiesta esclusivamente di natura politica e non basata su reali violazioni.Durov sostiene di aver ricevuto, in cambio della collaborazione, la promessa di “buone parole” al magistrato che seguiva il suo caso giudiziario a Parigi, collegando la pressione all’attuale fase processuale che lo interessa personalmente in Francia. Tale episodio è stato citato nella sua battaglia per la difesa della libertà di espressione contro quelle che Durov ha descritto come “pressioni governative di censura” da parte di alcuni Paesi europei, in particolare la Francia e la Moldavia.Secondo le dichiarazioni di Durov, le autorità francesi gli hanno presentato una prima lista di canali Telegram ritenuti “problematici” per le elezioni moldave. In questa lista, alcuni canali effettivamente violavano le regole della piattaforma (ad esempio, spam elettorale, hate speech), per cui sono stati rimossi dal team di Telegram. Tuttavia, in seguito è arrivata una seconda lista molto più ampia, composta quasi interamente da canali che non avevano commesso alcuna violazione palese, ma che si distinguevano solo per la pubblicazione di opinioni politiche ostili rispetto alle posizioni dei governi moldavo e francese. Durov ha dichiarato esplicitamente che la richiesta era finalizzata a silenziare quelle voci dissidenti e che Telegram si è rifiutato di censurare ulteriori canali conformi alle regole.Il ricatto processuale A testimonianza della gravità della pressione, Durov ha raccontato che in cambio della collaborazione gli sarebbe stata promessa un’intercessione “favorevole” nei suoi confronti nel quadro di un procedimento giudiziario in corso in Francia. Secondo Durov, i servizi di intelligence avrebbero addirittura contattato il giudice che seguiva il suo caso per parlare positivamente di lui, una commistione che il fondatore di Telegram ha definito “confusa e scioccante”, sottolineando come non vi fosse alcuna connessione tra i due temi.Durov ha spiegato che la “fermezza” di Telegram nella difesa della libertà di espressione è stata messa a dura prova da questa vicenda. A livello di piattaforma, ha ribadito la sua posizione contro la censura politica e ha sottolineato i rischi crescenti di controllo sui social da parte di governi occidentali, il che si inserisce in una dinamica internazionale dove la democrazia digitale viene messa periodicamente in discussione. Secondo diversi osservatori, il caso potrebbe fare scuola per il futuro, sollevando il dibattito su chi debba decidere il bilanciamento tra lotta alla disinformazione e difesa della libera espressione.The post Clamoroso Durov: “L’intelligence francese mi ha pressato per zittire l’opposizione in Moldavia” appeared first on Radio Radio.