Al direttore - Nell’articolo pubblicato su Il Foglio dal titolo “L’autobus di Salis svolti a destra” si è offerta ai lettori una ricostruzione parziale e fuorviante sulla gestione di AMT e sulle politiche di gratuità del trasporto pubblico a Genova. E’ bene ristabilire i fatti. Negli otto anni nei quali il centrodestra ha amministrato la città di Genova i bilanci di AMT sono stati in attivo. Parlare oggi di “voragine” significa ignorare i numeri e i risultati ottenuti. La gratuità non è stata un capriccio politico, ma una scelta strategica: incentivare i genovesi a usare i mezzi pubblici, ridurre traffico e inquinamento, migliorare la qualità della vita in città. Una scelta premiata anche dal Ministero dell’Ambiente con 14 milioni inseriti a bilancio per il 2024. E i dati parlano da soli: al 30 novembre 2024 grazie alla gratuità e alle nuove tariffe, Genova aveva registrato un +11% di passeggeri sui bus, oltre il +40% su metro e impianti verticali, un +135% di abbonati annuali (da 78.000 a 184.000), e un incredibile +636% tra under 14 e over 70. Questi non sono dettagli: sono la prova che migliaia di cittadini hanno cambiato abitudini, scegliendo il trasporto pubblico come prima opzione. Ricordo, inoltre, che AMT è un’azienda pubblica. Non deve generare profitti per azionisti privati, ma offrire un servizio efficiente ed equo ai cittadini. Valutare il trasporto pubblico solo con la logica dei conti economici significa dimenticare la sua funzione sociale e ambientale. Ogni euro investito in biglietti gratuiti, mezzi green e linee di collegamento tra paesi dell’entroterra e arterie principali, ha prodotto meno traffico, meno smog, più mobilità per studenti, pensionati e famiglie. Infine, chi oggi vorrebbe ridimensionare la gratuità (e l’azienda stessa) dimentica che una città europea moderna si misura sulla capacità di garantire un trasporto sostenibile, non di tagliarlo. Genova ha già dimostrato che questo modello funziona: rinunciare a questi progressi significherebbe tornare indietro, scaricando sui cittadini i costi ambientali ed economici del traffico privato. La politica si giudica dai risultati. E i risultati dicono che la gratuità è stata una scelta giusta, lungimirante e capace di cambiare la città e la mentalità dei genovesi. Il vero coraggio non è smontare ciò che funziona, ma consolidarlo e migliorarlo Marco Bucci governatore della Liguria Caro Presidente Bucci, con la sua lettera lei conferma, non smentisce, ciò che ha scritto il Foglio. Lei sostiene, infatti, che Amt “non deve generare profitti” e che “Valutare il trasporto pubblico solo con la logica dei conti economici significa dimenticare la sua funzione sociale e ambientale”. Nessuno dice che un’azienda di trasporto pubblico vada valutata solo in base ai risultati economici: però è necessario valutarla anche in base a questo. Secondo quanto si apprende da notizie di stampa, il revisore contabile Pwc ha riscontrato un buco compreso tra 71 e 99 milioni di euro (molto più di quanto inizialmente riportato). Lei dice che ogni euro investito in biglietti gratuiti “ha prodotto meno traffico, meno smog, più mobilità per studenti, pensionati e famiglie”. E’ sicuramente vero, ma bisogna misurare questi benefici e comprendere se sono sufficienti a controbilanciare l’immenso costo sostenuto dall’azienda (spoiler: no) e capire chi ne farà le spese (spoiler: le famiglie più fragili). La gratuità ha dato il colpo finale a un’azienda sulla cui inefficienza c’è poco da dire, visto che è sotto gli occhi di tutti. Lei fa bene a rivendicare i risultati della sua politica di sinistra (scassare i conti di un’impresa pubblica): speriamo che l’attuale sindaca sappia fare ordine attuando una politica di destra.