«Così Giorgia Meloni ha tradito la destra su Gaza e la Palestina»

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Giorgia Meloni ha tradito la causa della destra su Gaza e la Palestina. Mentre la Flotilla «è un’iniziativa di alto valore politico che ha il merito di attirare l’attenzione del mondo intero su Gaza. Penso che Meloni in cuor suo lo sappia bene». Anche se ha litigato con il suo ministro Crosetto per l’invio della fregata italiana. Che secondo lei non doveva partire. A parlare è Massimo Arlechino, uno dei fondatori di Alleanza Nazionale ed ex militante del Msi. Oggi è presidente di Indipendenza!, il movimento di Gianni Alemanno. E in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano dice che le frasi di Meloni «mi meravigliano molto perché pronunciate da una donna che mangia pane e politica da quando era ragazzina e a cui immagino non sfugga il valore simbolico dell’iniziativa».Meloni e la PalestinaSecondo Arlechino «gli aiuti erano chiaramente una questione secondaria. Intercettare le barche in acque internazionali è un’azione illegale, come illegale è il blocco navale di Israele davanti a Gaza. A destra molti la pensano come me, ma non hanno il coraggio di dirlo. Non è la Flotilla ad aver messo in difficoltà il governo, ma l’esecutivo ad aver messo in imbarazzo l’Italia». L’ex An dice che di fronte a Gaza «non si può restare indifferenti. I giovani di destra, quelli del Fronte della Gioventù e quelli venuti dopo, erano anti-imperialisti, anti-americani e si battevano per l’autodeterminazione dei popoli, tra cui quello palestinese. Difendevano anche gli indiani d’America! Ora è tutto il contrario».Il tradimento di Giorgia«Erano ragazzi con profondi valori che si battevano contro la destra borghese e si abbeveravano agli scritti di Beppe Nicolai (deputato e pensatore del Msi, ndr). Che diceva: i giovani non possono essere conservatori, ma solo rivoluzionari! Sulla causa palestinese e sul rapporto con gli Usa Meloni ha tradito i valori della comunità in cui è cresciuta, ma non fa nulla per correggere la rotta», conclude Arlechino. Che parla di una mutazione iniziata con Gianfranco Fini in Israele. E conclusa proprio con lei a Palazzo Chigi: «Perché finché FdI stava all’opposizione aveva posizioni molto critiche verso gli Usa e Israele, ma anche, per esempio, sulle banche, mentre oggi non riescono a fare nemmeno una legge sugli extraprofitti. A Palazzo Chigi Meloni si è tolta la kefiah e s’è messa la grisaglia».La destra moderataE c’è anche «la sudditanza militare verso gli Usa. Si fa come dicono loro. L’abbiamo visto con il bombardamento sul Kosovo durante il governo D’Alema, con l’attacco alla Libia con Berlusconi e sull’Ucraina con Meloni». Ma la motivazione più importante della premier è quella politica. Ovvero «l’ambizione di occupare uno spazio politico rimasto vuoto: quello di una destra moderata, liberale e filo-Usa. Lei scontava una sorta di sindrome di Calimero e in Europa avevano il terrore della “fascista” al potere. Una volta a Palazzo Chigi ha dovuto farsi accettare dalle cancellerie: è entrata nel salotto buono, dove si usano le posate d’argento. Ha dovuto dimostrare di essere una leader affidabile. Ma c’è modo e modo di farlo. Lei si è appiattita troppo su posizioni atlantiste e pro-Israele. Di fronte a quello che tutto il mondo reputa un genocidio o, comunque, uno sterminio di massa, il suo intervento all’Onu è stato imbarazzante».Fratelli d’ItaliaInfine, il partito. «Nella base, tra i militanti, c’è molto malcontento, la timidezza su Gaza non è affatto condivisa, tanti la pensano diversamente ma non parlano per paura o interesse, ma prima o poi la questione esploderà, anche tra i parlamentari», conclude Arlechino.L'articolo «Così Giorgia Meloni ha tradito la destra su Gaza e la Palestina» proviene da Open.