Infantino e l’esclusione di Israele dalle competizioni calcistiche: «La Fifa non può risolvere i problemi geopolitici»

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«La Fifa non può risolvere i problemi geopolitici, ma può e deve promuovere il calcio in tutto il mondo sfruttandone i valori unificanti, educativi, culturali e umanitari». Con queste parole il presidente Gianni Infantino ha ribadito la linea della Federazione internazionale al termine del Consiglio riunito oggi a Zurigo. Il numero uno della Fifa, pur senza citare direttamente le richieste di sospensione della Federazione israeliana da tutte le competizioni calcistiche internazionali avanzate in seguito al conflitto a Gaza, ha chiarito che l’organizzazione non intende adottare misure di esclusione. Un messaggio che si inserisce in un momento particolarmente delicato, mentre cresce la pressione sul mondo sportivo internazionale perché prenda posizione sui conflitti in corso. La Fifa, ha ribadito Infantino, non intende assumere un ruolo politico diretto, ma rivendica la missione di ambasciatrice di pace attraverso il pallone.Le parole di Infantino su un’eventuale esclusione di Israele«Come Fifa ci impegniamo a utilizzare il potere del calcio per unire le persone in un mondo diviso», ha spiegato Infantino, sottolineando che il compito dell’istituzione è quello di mantenere aperti i canali di dialogo attraverso lo sport. Il presidente ha poi rivolto un pensiero alle vittime delle guerre e delle tensioni internazionali: «I nostri pensieri sono rivolti a coloro che soffrono nei numerosi conflitti in corso nel mondo e il messaggio più importante che il calcio può trasmettere ora è quello di pace e unità».L'articolo Infantino e l’esclusione di Israele dalle competizioni calcistiche: «La Fifa non può risolvere i problemi geopolitici» proviene da Open.