Buone notizie per i conti pubblici. Nel Documento programmatico di finanza pubblica, o Dpfp, il ministero dell’Economia ha confermato la «linea di ferma e prudente responsabilità» per quanto riguarda le politiche fiscali e finanziarie che il governo intende attuare da qui alla fine dell’anno. Apportando però una piccola, ma importante, modifica alle sue previsioni: il deficit, che secondo le regole europee deve rimanere al di sotto del 3%, raggiungerà lo standard richiesto già a partire dal 2025. E non dal 2026, come stimato lo scorso autunno.L’indebitamento in calo e il nodo delle spese “made in Ue”Nell’ottica del disavanzo, il governo italiano ha confermato che l’indebitamento netto diminuirà gradualmente dal 2,8% nel 2026 al 2,3% nel 2028. Allo stesso tempo, per quest’anno, il Pil sarà allo 0,5%. Ma all’interno del Dpfp, che è la versione nuova e aggiornata della vecchia Nadef, bisogna però tenere conto anche delle novità europee. In particolare quelle ben note spese per la difesa, che sono destinate a schizzare in alto già a partire da quest’anno. Le spese per la difesa, nel 2028 almeno 12 miliardiSecondo quanto stabilito dal documento stilato dal ministro Giancarlo Giorgetti e dai suoi collaboratori, una porzione crescente del Pil sarà riservata proprio agli investimenti nella difesa. Si inizia con lo 0,15% per il 2026 per arrivare al mezzo punto percentuale nel 2028, solo a patto di uscire dalla procedura di deficit eccessivo e mantenersi saldamente al di sotto della soglia del 3% in rapporto al Prodotto interno lordo. Tenendo conto dei dati 2024, lo 0,15% del Pil comporterebbe una spesa di 3,3 miliardi di euro per arrivare, entro tre anni, a 12 miliardi annui.Le prossime mosse, dalla sanità alla tassa sugli extraprofittiLo Stato ha dunque bisogno di rimpolpare le casse con nuovi flussi di entrata, anche se i conti per il momento sembrano rimanere saldi sulle previsioni già fornite nei mesi passati. Il Mef, si legge nella nota, ha predisposto di finanziare la prossima Legge di bilancio anche grazie a una «combinazione di misure dal lato delle entrate e di interventi sulla spesa», insomma imposte e tagli agli esborsi. Tra le prime, è da tenere d’occhio la tanto discussa imposta sugli extraprofitti delle banche. «Si darà luogo a una ricomposizione del prelievo fiscale riducendo l’incidenza del carico sui redditi da lavoro», è la promessa per la prossima Manovra. In cui, anticipa Giorgetti, sarà incluso anche «un ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale», così come specifiche «misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese e a garantirne la competitività». Senza dimenticare le misure a sostegno delle famiglie nei campi del sostegno alla natalità e della conciliazione vita-lavoro.L'articolo I soldi alla sanità, il deficit già al 3% e quei 12 miliardi per la difesa: cosa c’è dentro il Documento di finanza pubblica approvato dal Cdm proviene da Open.