Le recensioni online restano anonime, ma servirà lo scontrino. Il dietrofront contro gli hater dei ristoranti: lo stop agli sconti e il limite dei 15 giorni

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Il consumatore non dovrà dimostrare la propria identità, ma la recensione dovrà essere fatta entro 15 giorni dalla visita all’attività. È questo il compromesso a cui è giunto, per ora, Il disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese. Tra gli obiettivi della proposta, quello di «lottare contro le false recensioni». Al vaglio della IX Commissione in Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) al testo sono state apportate alcune modifiche. Agli utenti non sarà più richiesto di dimostrare la propria identità – il che sarebbe in contrasto con la normativa Ue sul diritto alla privacy – ma per cercare di conservare una certa attendibilità dei commenti, rimane necessario provare, tramite scontrino fiscale, di aver effettivamente consumato nel locale in questione. Recensioni online: il cambio di rottaIl disegno di legge sulle piccole e medie imprese, in discussione alla IX Commissione in Senato, ha cambiato rotta sulla questione delle recensioni online. Nella prima versione del testo, si prevedeva che l’utente che lasciava un commento dovesse dimostrare la propria identità, proprio per contrastare il fenomeno delle recensioni false e dei commenti negativi scritti ad hoc per prendere di mira gestori e proprietari. Tuttavia, un emendamento dell’articolo 13 su iniziativa dei relatori Salvo Pogliese (FdI) e Gianluca Cantalamessa (Lega), ha cambiato la direzione del disegno di legge. I due, recependo le osservazioni della Commissione europea, hanno eliminato ogni riferimento all’obbligo di riconoscimento. La dimostrazione tramite scontrino fiscale e il limite di tempo di 15 giorniPer tentare di limitare il fenomeno dei giudizi falsi, restano tutta via due strade. La prima, prevede che con uno scontrino o una ricevuta fiscale, l’utente dimostri di aver realmente acquistato un prodotto o usufruito di un servizio offerto dal locale. La seconda, invece, riguarda i limiti di tempo. E il termine per pubblicare le recensioni è fissato a 15 giorni (e non più 90, come prevedeva un altro emendamento). Una regola che, secondo i legislatori, contribuirebbe a limitare le testimonianze inventate. Il Ddl prevede anche il divieto di acquisto e di richiesta di recensioni positive da parte degli esercenti. Non sarà più possibile infatti incentivare i clienti a lasciare un commento positivo in cambio di sconti o regali.Il ruolo dell’AntitrustInoltre, non sarà più l’Agcom a vigilare sul fenomeno, ma l’Antitrust. A questa il compito di definire in modo preciso le nuove linee guida in accordo con Garante della privacy, ministero del Turismo e Agcom stessa. L’Authority avrà anche il compito di monitorare ogni anno il fenomeno delle recensioni illecite. Nel caso in cui lo ritenesse necessario, potrà anche applicare sanzioni. per di più, le associazioni di categoria potranno ottenere lo status di segnalatori attendibili per facilitare la rimozione dei contenuti falsi. I numeri delle recensioni falseIl quadro tracciato dal Centro studi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy conferma la portata del problema: le valutazioni online, infatti, condizionano l’82% delle prenotazioni negli alberghi e il 70% delle decisioni in ambito ristorazione. L’allarme arriva anche dai numeri diffusi dal portale Tripadvisor. Nel 2022, la piattaforma ha individuato e rimosso 1,3 milioni di recensioni false su un totale di 30,2 milioni, pari al 4,3% del totale. Una percentuale in aumento rispetto al 2020, quando i commenti fraudolenti erano stati 943 mila. In quell’anno, 24.521 di questi erano giudizi positivi creati su commissione, spesso pagati direttamente dai gestori per migliorare la propria immagine. Il fenomeno delle recensioni pagateIn generale, comunque, la maggior parte delle recensioni false, sarebbero create ad hoc per migliorare la media dei giudizi delle attività. I commenti per screditare, sempre secondo il report di Tripadvisor, sarebbero solo 34% del totale dei resoconti falsi. Si attestano al 66% quelli «forzatamente» positivi, di cui solo il 6% sarebbero pagati. Sempre secondo le statistiche, metà delle recensioni a pagamento proverrebbe da sei Paesi: India, Russia, Stati Uniti, Turchia, Vietnam e Italia. L'articolo Le recensioni online restano anonime, ma servirà lo scontrino. Il dietrofront contro gli hater dei ristoranti: lo stop agli sconti e il limite dei 15 giorni proviene da Open.