Perché dissento sulla richiesta di esclusione dei due medici no vax dal gruppo consultivo sui vaccini

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Il Ministro della Salute ha nominato i membri del National Immunization Technical Advisory Group, ossia il Comitato Tecnico Consultivo del Ministero in tema di vaccinazioni.La prima osservazione, sicuramente marginale, è che non si vede perché un organo di un ministero italiano debba avere un nome inglese. A parte un po’ di patriottismo linguistico, usare termini inglesi non aiuta sicuramente la maggior parte degli italiani a capire la funzione di questo Comitato. In un contesto in cui cresce la distanza percepita dai cittadini rispetto alle istituzioni pubbliche sarebbe meglio usare termini italiani, anche nelle denominazioni degli organismi e delle leggi (si pensi al “Jobs Act”).Ma passiamo ad aspetti più sostanziali. Le nomine per il Comitato sono state criticate su due aspetti, uno concreto e l’altro più generale. Il tema concreto è la nomina di due medici considerati No-Vax, con praticamente tutto il mondo scientifico che ne chiede l’esclusione dal Comitato perché con posizioni anti-scientifiche. Da scienziato sociale che si dedica alla sanità, dissento da questa posizione: non si è scientifico o non scientifico per le posizioni che si assume, se chiaramente motivate, ma in base al contributo alla comunità scientifica, anche se con posizioni eterodosse. In questo senso i due medici contestati hanno un profilo molto diverso.Uno è un medico omeopata senza un curriculum scientifico, l’altro è un accademico di patologia generale in pensione con un curriculum scientifico assolutamente rispettabile in base alle metriche usate dalla comunità scientifica di medicina. Le sue posizioni non sono No-Vax tout-court; si possono considerare eterodosse perché insistono sul principio di precauzione e quindi suggeriscono l’esigenza di maggiori evidenze nelle decisioni vaccinali. In un Comitato di circa 22 membri, e a carattere consultivo, la presenza di un profilo del genere può essere utile per arricchire il dibattito e anche per aumentare la legittimazione delle nostre istituzioni sanitarie verso i cittadini, soprattutto quelli ostili alle vaccinazioni. Non è silenziando il dissenso che si costruisce fiducia nel sistema sanitario.L’altra critica, più generale, riguarda il processo con cui si è arrivati alle nomine. In sostanza, non si ha la minima idea del percorso seguito. Sebbene la legge non imponga un iter o dei criteri espliciti per la nomina dei membri del Comitato, buon senso e il riferimento alle migliori pratiche internazionali vorrebbero un percorso minimamente strutturato, magari supportato da uno scienziato di altissimo profilo. Tale percorso dovrebbe considerare le diverse competenze necessarie, che in questo caso non sono esclusivamente mediche visto anche il richiamo all’Health Technology Assessment (valutazione dei vaccini da un punto di vista epidemiologico, etico, organizzativo ed economico). E dovrebbe definire paletti sul valore scientifico dei potenziali membri, l’entità dei conflitti d’interesse e, non-ultimo, un bilanciamento di genere.Niente di tutto questo: le nomine sono uscite dal cappello del Ministro e anche questo non aiuta a promuovere l’autorevolezza della nostra Sanità, tanto necessaria per promuovere politiche pro-attive sulla salute come le campagne vaccinali.L'articolo Perché dissento sulla richiesta di esclusione dei due medici no vax dal gruppo consultivo sui vaccini proviene da Il Fatto Quotidiano.