“L’aragosta era già bella che morta, l’ho stordita con un colpo al centro della testa, pum. Le critiche? Ora un boom di prenotazioni”: lo chef Carmelo Ferreri replica alle accuse dopo il video choc

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Un video di pochi secondi, un movimento quasi impercettibile e una valanga di critiche. È la tempesta perfetta che si è abbattuta sullo chef Carmelo Ferreri del ristorante Corallo, finito nel mirino dei social media per un filmato in cui prepara il suo piatto forte: lo spaghettone all’aragosta. La scena “incriminata” non è quella del taglio, che lo chef ha volutamente omesso “per sensibilità”, ma quella successiva, quando la coda del crostaceo, già diviso a metà, ha un piccolo spasmo muscolare una volta posata sulla griglia.Tanto è bastato per scatenare centinaia di commenti indignati: “Ma dai si muove ancora… non ho parole“, “Vedere un animale trattato così mi fa pena…..evita di metterli sti video”, “Evidentemente ha pensato a fare più hype che al resto”. Ma lo chef, raggiunto da Fanpage.it, non ci sta e replica con fermezza, opponendo la conoscenza tecnica all’emotività del web. “Credimi, io all’inizio mi sono divertito, poi ho visto che si è anche un po’ esagerato”, esordisce Ferreri, che si dice dispiaciuto soprattutto per le critiche arrivate da alcuni “colleghi”. Il punto centrale della sua difesa è scientifico: “L’aragosta è già bella che morta. Lì, lo sappiamo benissimo, sono i muscoli che si contraggono, però l’aragosta non soffre, capito?”. E rincara la dose: “C’è troppo parlare e c’è troppa ignoranza. Parlano senza sapere, questo è quello che mi dà fastidio”.Lo chef spiega di aver seguito una procedura considerata umana anche a livello internazionale: “L’ho stordito con un colpo al centro della testa. Pum, e non soffre. Esattamente come si fa al macello. È un metodo che consiglio anche per cucinare l’aragosta a casa. Colpo alla testa e taglio in due. Evitate di bollirla viva. Quello è scorretto”. Una pratica, la sua, che in Svizzera è addirittura obbligatoria per legge dal 2018 per evitare sofferenze al crostaceo.La vera ironia della vicenda, come spesso accade nell’era digitale, è che la polemica si è trasformata in una gigantesca pubblicità. Mentre i “leoni da tastiera” lo attaccavano (“è quello che mi dà fastidio perché ho un bambino piccolo”, confessa), le prenotazioni per il suo spaghettone all’aragosta schizzavano alle stelle. “Oggi ho dovuto prendere 24 chili di aragosta. Credimi. Non lo dico per presunzione”, rivela lo chef. Un paradosso che trasforma l’indignazione social in un inaspettato boom commerciale.Ferreri rivendica con orgoglio la sua filosofia, che è l’opposto della crudeltà di cui è stato accusato. “Sono uno che nella cucina faccio entrare tutti, grandi, piccoli, faccio vedere tutto quello che facciamo, con trasparenza”. E soprattutto, predica un profondo rispetto per gli ingredienti: “Dobbiamo portare rispetto verso quello che ci dà il nostro mare. Dobbiamo ringraziare tutti i giorni e ringraziare anche i pescatori che vanno a lavorare duramente”. Ha ricevuto anche la solidarietà di molti colleghi, come Angelo Mosé Natarelli di “Pescatoria a Tavola”, che gli ha detto: “Chi non cucina, non lo sa. Dovrebbero vergognarsi loro, non io”. E a chi lo ha criticato duramente, manda un ultimo messaggio spiazzante: “Li ringrazio perché mi fanno diventare sempre più forte. Perché le critiche mi caricano di più. […] Vedo che sto facendo un lavoro buono, perché quando ti criticano vuol dire che stai lavorando bene. Ho rispettato quell’aragosta come si rispetta la materia prima”.View this post on InstagramA post shared by Carmelo Ferreri (@carmeloferreri)L'articolo “L’aragosta era già bella che morta, l’ho stordita con un colpo al centro della testa, pum. Le critiche? Ora un boom di prenotazioni”: lo chef Carmelo Ferreri replica alle accuse dopo il video choc proviene da Il Fatto Quotidiano.