di Enrico Oliari – Fioccano da tutto il mondo (ovviamente non dagli Usa), le proteste e gli inviti a non occupare militarmente Gaza, ma il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha già fatto sapere di voler tirare dritto. In realtà nulla di nuovo sotto il ponte: l’estrema destra israeliana sta approfittando del momento per chiudere una volta per tutte la questione palestinese semplicemente rubando alle popolazioni autoctone la terra, tanto che nei giorni scorsi la Knesset ha pure approvato l’annessione della Cisgiordania.In questo scenario è lapalissiano che la questione degli ostaggi, fatti da Hamas il 7 ottobre, sia semplicemente il casus belli che ha dato il via al furto più grande di sempre ben tollerato in nome della Shoah, basti pensare che sono già 750mila i coloni che occupano abusivamente e con l’appoggio dell’esercito la terra degli altri.Ma se per i 61 mila palestinesi morti, di cui un terzo bambini, ai leader occidentali è bastato finora girarsi dall’altra parte, l’indignazione nei confronti di Israele e del governo Netanyahu cresce a dismisura nell’opinione pubblica, e certamente i politici non possono continuare ignorare le bandiere palestinesi che spuntano ovunque, segno di un’indignazione ormai palpabile.Così, messo sotto pressione, il governo tedesco ha deciso il blocco delle spedizioni di armi a Israele, ma per il resto è il solito piagnisteo doppiopesista e vigliacco di Ursula von der Leyen e dei vari leader europei. Il capo della Commissione ha infatti affermato che “Israele deve riconsiderare la sua decisione di occupare Gaza”. Per Putin invece ha messo insieme 18 pacchetti di sanzioni e il RearmEurope.