di Enrico Oliari –Ancora una volta il presidente Usa Donald Trump fa per conto suo, da vero padrone della situazione. Il 15 agosto incontrerà in Alaska il collega russo Vladimir Putin, e a far infuriare il Vecchio Continente sono le esclusioni dei leader europei e del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Quest’ultimo, è bene ricordarlo, aveva fatto approvare una legge per proibire a se stesso e ad ogni amministratore ucraino di trattare con Vladimir Putin, salvo oggi lamentare di essere messo da parte dalla stessa Casa Bianca che per portare l’Ucraina nella Nato l’aveva spinto nel baratro della guerra.Non curante del fatto che per trattare bisogna scendere a compromessi e che comunque i russi stanno avendo la meglio sul campo, Zelensky ha ribadito oggi che l’Ucraina non è disposta a cedere territori, Crimea compresa, perché “la fine della guerra deve essere giusta”. Trump invece vorrebbe chiudere la fastidiosa questione ucraina congelando il conflitto sul confine di fatto, cioè sui territori conquistati dai russi. Le posizioni tra i due continuano ad essere distinte e distanti, ma per quanto Zelensky possa contare sul supporto europeo, è palese che senza Washington non potrà andare da nessuna parte. Per cui a dettare il passo è Donald Trump, e ovviamente Vladimir Putin, che i 18 pacchetti europei di sanzioni e i sottomarini nucleari statunitensi non hanno scalfito minimamente.E poi ci sono gli europei, leader politici sempre più di secondo piano, per quanto il presidente francese Emmanuel Macron ami fare la voce grossa: persa la sua verginità pacifista, l’Ue di Ursula von der Leyen insiste sul supporto a Zelensky: in una dichiarazione congiunta di oggi il presidente francese Emmanuel Macron, la premier Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro polacco Donald Tusk, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente finlandese Stubb hanno scritto che “ribadiamo il nostro incrollabile impegno per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ma si vocifera di un piano fatto pervenire a Trump che lo supporterebbe nell’idea di un cessate-il-fuoco che tenga conto dei territori conquistati. Anche perché il vicepresidente Usa Vance è tornato a rimarcare che “Abbiamo detto chiaramente agli europei che quanto sta accadendo sotto il loro naso, alla loro porta”, per cui “devono assumere un ruolo più importante in questa faccenda. Se questo conflitto sta loro così a cuore, devono essere pronti a giocare un ruolo più diretto e sostanziale, finanziando autonomamente questa guerra”. Cioè pagarsela, senza aspettarsi altro dagli Usa.L’incontro del 15 agosto sarà infatti l’occasione per Trump di parlare di temi che gli stanno veramente a cuore, per il quali non da oggi ha aperto alla collaborazione con Vladimir Putin: l’Artico, prima che ci pensino i cinesi.