Tintoretto, Leda e il cigno (part.), Firenze, Galleria degli UffiziNe I Maestri Cantori di Norimberga di Wagner, Walther dice ad Hans Sachs di avere appreso a cantare ascoltando gli uccelli: “Nella foresta laggiù, dimora degli uccelli/io appresi anche il canto”. Proust, che pure ama profondamente la musica del compositore tedesco, scrive però in All’ombra delle fanciulle in fiore:“È sempre difficile capire, anche nei Maestri Cantori, come un artista possa inventare la musica ascoltando il cinguettio degli uccelli”. Di uccelli, nella Recherche, ne troviamo in abbondanza ma, se sono reali, quelli piccoli non si vedono mai anche se se ne ode il cinguettio. Se sono apprezzati è perché i boschi in cui si trovano evocano pace e silenzio. Il Narratore non li apprezza certo per il loro canto, perché il canto che a lui risulta meraviglioso è quello prodotto da uno strumento costruito dall’uomo: il violino nella Sonata di Vinteuil. Come sempre in Proust, la “natura” ha senso solo nella elaborazione culturale che ne viene fatta, e se di tutto il mondo animale solo gli uccelli sono presenti in massa è perché essi vengono utilizzati da Proust per un gioco infinito di spostamenti e rimandi. Uccelli dunque come simbolo e metafora di elevazione e letizia (gli angeli di Giotto volteggiano in cielo come uccelli che, a loro volta, rimandano agli aviatori di Garros)Giotto, Padova, Cappella degli Scrovegnima anche e forse soprattutto di solitudine (il grande uccello “solitaire et hatif” che il Narratore indica ad Albertine), di desiderio erotico, di vita/ morte, di morte/resurrezione, di libertà/schiavitù (la prigioniera Albertine avvolta nelle sue splendide vestaglie di Fortuny, viene esplicitamente, e con sadico compiacimento, paragonata ad un uccello in gabbia). Tessuto decò, Museo Fortuny, VeneziaSe i grandi uccelli appaiono come piccoli aeroplani (Agostinelli — lui, così amato — era morto precipitando in mare con il suo aeroplano), il cielo notturno di Parigi durante la guerra è solcato da piccoli aeroplani che appaiono come enormi uccelli. Uccelli simbolici e coloratissimi si affollano, a coppie, sui sontuosi abiti di Fortuny e richiamano quelli che, sempre a coppie (il doppio come allegoria dell’ambivalenza?), il Narratore ritrova sui capitelli bizantini di San Marco… E c’è poi tutto un rincorrersi di riferimenti e citazioni che riguardano uccelli mitologici e favolosi: dallo strawinskiano Oiseau de feu dei Balletti Russi di Diaghilev alla fecondazione di Leda da parte di Giove trasformato in cigno; dal pavone (l’uccello preferito da Giunone) all’ Uccello del Paradiso dal piumaggio molto colorato, a quello di Roch de Le Mille e una Notte che si nutre di carne umana… Balletti Russi. Tamara Karsavina ne L’oiseau de feu di Strawinsky.Parigi, Theatre du Chatelet, 1911Gli uccelli sono usati per descrivere e caratterizzare gruppi ed individui: quando sulla diga di Balbec compaiono per la prima volta le “jeunes filles” esse sono paragonate a un gruppo di uccelli pronti a spiccare il volo ed in cui solo “l’appassionato distingue presto i cinguettii particolari di ciascun uccello che il profano confonde”. Anche la descrizione della duchessa di Guermantes, di Saint Loup, di M.me Verdurin e di innumerevoli altri personaggi è tutta “ornitologica”, ma il riferimento all’identità sessuale diventa esplicito quando — nella grande scena dell’ accoppiamento tra Charlus e Jupien in Sodoma e Gomorra — i due vengono paragonati ad “uomini-uccelli” e ad “uomini-insetto” o quando l’aquila a due teste — emblema della monarchia austro-ungarica — incisa sull’anello di Albertine e che il Narratore ritrova nei decori veneziani si rivela simbolo e prova concreta della bisessualità dell’ amante morta. Non è certo dal mondo animale che scaturiscono i momenti magici e felici in cui, nella Recherche, la dimensione del tempo (e dello spazio) viene superata… L’articolo originario da cui oggi ho tratto – rielaborandolo un po’ – questo post era stato da me scritto tanti anni fa e pubblicato dalla bella rivista letteraria Il Compagno segreto nel n. 8 del luglio 2004 dedicata all’ Elogio degli uccelli di Giacomo Leopardi. Questo il link:https://www.compagnosegreto.it/NUMERO8/index.htmIl mio articoletto si trova nella sezione Costellazioni (https://www.compagnosegreto.it/NUMERO8/costellazioni.htm ) e precisamente qui:https://www.compagnosegreto.it/NUMERO8/costellazioni11.htmMi è tornato in mente di recente leggendo il colto, delizioso libro pubblicato nel 2022 che Daria Galateria – grande conoscitrice esperta dell’universo proustiano – ha dedicato proprio al tema della presenza e del significato del mondo animale e della natura in genere ne Alla Ricerca del tempo perduto.Daria Galateria, Il bestiario di Proust, pp.336, Sellerio, Collana La Memoria, 2022https://www.sellerio.it/it/catalogo/Bestiario-Proust/Galateria/13990L’ho riletto proprio in questi giorni intramezzandolo ad altre letture che mi hanno accompagnato in queste torride giornate estive ed ho pensato quindi di approfittare di questo mese di agosto per riportare in superficie quel mio piccolo, modesto ma sentito contributo.Perché è vero che il blog si chiama NonSoloProust, ma questo non significa che Proust non ci sia. Di solito se ne sta discretamente in disparte, lascia spazio ad altri autori, altri mondi. Non vuole essere invasivo ma Marcel Proust c’è, c’è sempre