Tunisia: i fiori del Nord-ovest sono pronti a sbocciare sui mercati europei

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AGI - I fiori della Tunisia nord-occidentale potrebbero presto conquistare i mercati europei, grazie a una promettente collaborazione con i Paesi Bassi, leader mondiale nella floricoltura. Gli esperti olandesi sono pronti a condividere il loro know-how, trasformando le competenze delle donne rurali di Tabarka, Jendouba, Nefza e Béja in un motore di crescita economica e di esportazione floreale.La regione nord-occidentale della Tunisia, con i suoi inverni miti e i lunghi periodi di sole, vanta un clima ideale per una vasta gamma di fiori, dalle varietà mediterranee a quelle tropicali. Inoltre, i terreni fertili e le abbondanti risorse idriche in zone come Jendouba e Béja offrono le condizioni ideali per la coltivazione intensiva. A ciò si aggiungono una forza lavoro competitiva e una posizione geografica invidiabile, vicina a mercati europei chiave come Italia, Francia e Spagna, che rendono l'esportazione un obiettivo raggiungibile.Nonostante i vantaggi della regione, il percorso verso una floricoltura d'eccellenza è irto di sfide. La scarsa infrastruttura logistica, in particolare la mancanza di hub di trasporto refrigerato e di una logistica efficiente per i prodotti deperibili, rappresenta una sfida importante. A differenza dei Paesi Bassi, in Tunisia manca un settore integrato che comprenda serre ad alta tecnologia, aste di fiori e centri di ricerca, sistemi che dovrebbero essere costruiti da zero. Le limitate capacità tecnologiche, come la mancanza di serre climatizzate su larga scala e di strutture di conservazione, ostacolano la produzione di fiori fuori stagione. Per superare queste sfide, la Tunisia nordoccidentale potrebbe specializzarsi nella produzione di varietà resistenti al clima locale (come gerbere, garofani o lavanda), concentrarsi sulla floricoltura biologica o etica con certificazioni di sostenibilità e creare un polo floricolo regionale, possibilmente in collaborazione internazionale. Investire nel turismo floreale e nei festival locali, sul modello di quelli in Provenza o a Keukenhof, potrebbe inoltre rafforzare ulteriormente il settore.La regione nordoccidentale della Tunisia beneficia già di un'importante rete idrica e di infrastrutture in via di sviluppo che ne potenziano il potenziale. La diga di El Kebir, completata nel 2010 sull'Oued El Kebir (circa 10 km a sud di Tabarka), ha una capacità di 64 milioni di metri cubi d'acqua, principalmente per uso potabile e agricolo, fornendo una risorsa cruciale per l'irrigazione. Inoltre, la diga di Sidi el Barrak, situata a circa 18 chilometri da Tabarka, fa parte del vasto progetto Seyjame, volto a fornire acqua alle vaste aree agricole del Sahel e alla capitale.Un altro sviluppo significativo è lo studio in corso per un progetto idroelettrico a pompaggio (PSP) sull'Oued el Melah (vicino al villaggio di Zagua, a 17 chilometri da Tabarka). La cui entrata in funzione è prevista per il 2029, questo impianto produrrà tra i 400 e i 600 megawatt, fornendo un supporto essenziale alla rete elettrica nazionale attraverso l'accumulo di energia. Queste infrastrutture idrauliche ed energetiche sono fondamentali per sostenere la crescita agricola e industriale della regione, compreso l'emergente settore floreale tunisino.