AGI - Il dna parziale e degradato trovato sulla garza utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico nella bocca di Chiara Poggi coinciderebbe con quello di un cadavere sottoposto ad autopsia prima dell'omicidio della ragazza. Lo riferisce la Procura di Pavia in una nota, facendo capire che questa salma sarà riesumata per consentire ulteriori accertamenti che saranno svolti dall'antropologa e medico legale Cristina Cattaneo.Ipotesi di contaminazione all'istituto di VigevanoIn sostanza, la contaminazione sarebbe avvenuta perché le salme di un uomo morto per cause naturali e quella di Chiara Poggi sono state poste sullo stesso tavolo dell'autopsia all'istituto di medicina legale di Vigevano. Nella nota firmata dal procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, si spiega che per verificare l'ipotesi che il dna sulla garza in bocca alla vittima fosse da contaminazione sono stati analizzati dei "preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all'esame autoptico condotto sulla salma di Chiara Poggi". Per "garantire poi una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima, sia sul luogo del delitto" è stata chiamata in causa la medico legale e antropologa Cristina Cattaneo.La nota completa della Procura di PaviaQuesto il testo completo della nota: "A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici. Tali verifiche comparative, non previste nell'ambito dell'incidente probatorio, sono state effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani, consulenti tecnici del pm, al fine di evitare eventuali indagini su terzi soggetti. La decisione è stata presa per consentire di concentrare gli accertamenti peritali, affidati alla genetista forense, Denise Albani, il cui operato ha ricevuto unanime riconoscimento da tutte le parti coinvolte per la serietà e la metodologia adottata, sul materiale rilevato. I consulenti del pm, Previderè e Grignani, hanno comunicato in estrema sintesi quanto segue: "Vagliando, di concerto con la Procura della Repubblica di Pavia, la possibilità che tale profilo aplotipico fosse stato originato da una contaminazione involontaria nell'ambito dell'esame autoptico prodotta dall'utilizzo di un supporto non sterile, nello specifico una "garza", e/o di una pinza utilizzata per trattenere tale garza ed eseguire il prelievo nel cavo orale, sono stati selezionati i preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all'esame autoptico condotto sulla salma di Chiara Poggi. La comparazione dei profili aplotipici parziali ottenuti dai tessuti biologici relativi ai cinque soggetti di sesso maschile sopra elencati rispetto al reperto 335283-114472 ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E. Per garantire poi una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima, sia sul luogo del delitto, la Procura ha incaricato come ulteriore consulente del Pubblico Ministero la professoressa Cristina Cattaneo, Professore Ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano, figura di riferimento nel campo dell'antropologia e medicina legale".Il consulente di Alberto Stasi, "clamoroso errore di contaminazione""E' emerso un clamoroso errore di contaminazione in sede autoptica, un errore che non dovrebbe assolutamente succedere. E' preoccupante per i cittadini che possano succedere queste cose". E' il commento all'AGI del genetista Ugo Ricci, consulente della difesa di Alberto Stasi nell'indagine della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi.