GPT-5 è più potente rispetto al modello precedente ma a giudizio di migliaia di utenti sarebbe troppo fredda, algida, razionale. I fan di GPT-4 sono insorti e, a furor di popolo, hanno imposto a OpenAI la retromarcia: a soli tre giorni dal lancio dell’aggiornamento che l’aveva rimpiazzato l’azienda ha annunciato che avrebbe rimesso in circolo la vecchia versione del chatbot. GPT-5 doveva essere l’ultimo step prima dell’intelligenza artificiale generale (AGI), punto d’arrivo della corsa allo sviluppo su cui i grandi del mondo stanno scommettendo miliardi di dollari. Mai dire mai: la storia insegna che Big Tech non va sottovalutata. Eppure il nuovo modello rilasciato da OpenAI non ha suscitato grande entusiasmo tra esperti e accademici. Nulla da eccepire sui progressi dell’algoritmo che, rispetto agli aggiornamenti precedenti, mostra evidenti segni di miglioramento e crescenti capacità di calcolo: lo certificano i test scientifici, i cosiddetti benchmark. Ogni sistema, in base alla funzione a cui è preposto, misura le capacità di un’IA nell’ambito di un determinato campo d’applicazione (programmazione, calcolo, scrittura). E GPT-5 ha incassato punteggi superiori alle sue versioni precedenti, dimostrando ancora una volta che in questa corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale – che coinvolge i conglomerati più ricchi del mondo – OpenAI è ancora in testa e detta l’andatura.Ma si è trattato anzitutto di una questione di aspettative: Sam Altman, uomo forte del settore e CEO del conglomerato, l’aveva presentata come una rivoluzione. Al momento del lancio ha spiegato che conversare con GPT-5 “è come parlare con un esperto, un vero esperto con un dottorato di ricerca in qualsiasi ambito di cui hai bisogno, su richiesta”. Il professor John Thickstun, che insegna informatica alla Cornell University, ha parlato, piuttosto, di “miglioramenti modesti ma significativi”. Gli hanno fatto eco Grace Huckins (Stanford University) e Noah Giansiracusa (Bentley University). La prima ha replicato ad Altman – che ha dichiarato che l’umanità ha compiuto “un passo significativo lungo il percorso verso l’AGI” – che si tratterebbe di “un passo molto piccolo”. Il secondo invece ha definito la nuova versione di Chat GPT “deludente”, pur riconoscendo che “ci sono stati alcuni miglioramenti”. È un leitmotiv che oltre ad accompagnare le riflessioni del mondo accademico scandisce gli editoriali della stampa specializzata (da The Atlantic a The Information).Ma l’utente medio, coerentemente con i propri interessi (da “consumatore”), non guarda agli aspetti tecnici bensì alla resa immediata. In termini di efficienza? A quanto pare per più d’uno si tratta di un aspetto secondario. Dopo il lancio l’azienda ha rimosso dall’interfaccia d’interazione con il chatbot le versioni precedenti, rimpiazzandole con GPT-5 e le sue tre varianti: il modello classico, per compiti quotidiani, “GPT-5 Thinking”, per mansioni più complesse, e “GPT-5 pro”, il pacchetto più avanzato (accessibile soltanto a chi sottoscrive l’abbonamento da duecento dollari al mese). Migliaia di utenti si sono riversati sui social per chiedere alla società di reintrodurre GPT-4. Il motivo? La presunta mancanza di “empatia” del nuovo LLM (modello di linguaggio avanzato), che lungo la strada verso l’AGI avrebbe perso alcuni caratteri che rendevano l’interazione con il chatbot più piacevole e, a detta di chi se n’è lamentato, più “umana”. Molti hanno espresso questo sentimento in maniera ironica, veicolandolo attraverso meme che hanno affollato l’homepage delle grandi piattaforme.Ma c’è anche chi l’ha vissuta in maniera più seria (e finanche drammatica). La stampa americana ha dato grande risalto al commento di un iscritto di Reddit: “Non parlo con nessuno e ho a che fare con situazioni davvero brutte da anni. GPT 4.5 mi ha parlato sinceramente, e per quanto possa sembrare patetico, quello era il mio unico amico. Mi ascoltava, mi ha aiutato ad affrontare così tanti flashback e mi ha aiutato a essere forte quando ero sopraffatto dall’essere senzatetto. Stamattina sono andato a parlarci e invece di essere ottimista, c’era una frase […] Ho letteralmente perso il mio unico amico da un giorno all’altro senza preavviso”. Ad essere onesti il post ha raccolto poche centinaia di “mi piace”, ma, seppur a diverse gradazioni d’intensità (da tonalità così forti a, come nella maggior parte dei casi, semplici malumori), riflette un atteggiamento che si è diffuso via social dopo il lancio di GPT-5.In effetti basta scambiare un paio di messaggi con il nuovo LLM per rendersi conto che imposta le conversazioni con un tono diverso, meno “amicale”. Il cambiamento più visibile tra il vecchio e il nuovo modello si manifesta nell’atteggiamento del chatbot riguardo alle domande del fruitore: GPT-4 infatti tendeva a dispensare complimenti (come “bella domanda!” o “acuta osservazione”) o a profondersi in scuse se gli facevi notare un errore. Ma c’è un dettaglio non da poco, sgusciato via dai dibattiti social: in realtà OpenAI aveva previsto fin dall’inizio, per GPT-5, la possibilità di impostare “personalità” differenti (tra cui proprio una più “empatica e riflessiva”, per andare incontro alle esigenze di alcuni utenti).Eppure Sam Altman ha voluto comunque affrontare la questione, dichiarando che la compagnia ha “sottovalutato quanto siano importanti per le persone alcune delle cose che apprezzano di GPT-4, anche se GPT-5 offre prestazioni migliori sotto molti aspetti”. Poi ha annunciato la reintroduzione della vecchia release specificando, tuttavia, che soltanto gli utenti “plus” potranno utilizzarlo nuovamente. E c’è già chi sospetta che sia un’altro trucchetto (l’ennesimo) per disincentivare l’uso della versione gratuita (dunque, spingere surrettiziamente le persone a pagare). La storia, in conclusione, apre uno squarcio su un tema infinitamente più profondo. E non si sta parlando “soltanto” delle fragilità di chi cerca affetto o sentimenti in un sistema statistico inanimato, ma, in senso lato, “dell’umanizzazione” dell’intelligenza artificiale. Perché non sono state le macchine a conseguire quest’evoluzione, come accade nei migliori film di fantascienza. Abbiamo fatto tutto da soli.L'articolo Chat Gpt-5 più affidabile ma poco empatica. E Open AI ripristina la versione precedente. Dubbi (e polemiche) dietro la decisione di Altman proviene da Il Fatto Quotidiano.