La Cisl, il sindacato del futuro. L’opinione di Merlo

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Il Congresso Nazionale della Cisl sta confermando, al di là di ogni esaltazione acritica, che il sindacato del futuro risiede, e ancora una volta, nelle parole d’ordine pronunciate della storica organizzazione sindacale di Via Po.Le parole e i contenuti strategici presenti nella relazione introduttiva della segretaria generale Daniela Fumarola da un lato e la piattaforma programmatica illustrata al Palazzo dei Congressi dell’Eur dall’altro, evidenziando che il ruolo e la mission del sindacato “bianco” continuano ad essere fondamentali per la stessa qualità della democrazia nel nostro Paese.E questo per almeno tre ragioni di fondo. Innanzitutto la Cisl conferma di essere un sindacato libero, autonomo e profondamente legato alle sue radici culturali e storiche. E quindi, e di conseguenza, centralità della contrattazione – nazionale e locale -, autonomia dalla politica, dai partiti e dai relativi schieramenti ed alleanze e, infine ma non per ordine di importanza, nessuna pregiudiziale ideologica e politica nei confronti di chicchessia.Ecco, sotto questo versante possiamo tranquillamente sostenere che la Cisl è l’esatta alternativa dell’attuale Cgil a guida Landini. Cioè un sindacato/partito che fa della appartenenza ideologica e della sua collocazione politica e partitica la sua ragion d’essere. In secondo luogo, e di conseguenza, la priorità va sempre e solo al merito dei contenuti. Un approccio, questo, che porta la Cisl ad essere un sindacato/interlocutore con le altre parti sociali e, soprattutto, con il Governo, qualunque Governo sia.Certo, per potere declinare un simile approccio non puoi essere un sindacato antagonista, massimalista, radicale o estremista. Cioè un sindacato che piace all’attuale sinistra guidata da Schlein, dalla coppia Fratoianni/Bonelli e dal populista Conte ma che era, e resta, lontano mille miglia da un sindacato riformista, democratico e contrattualista. Ed è proprio questo l’elemento centrale che qualifica e rafforza l’identità e il profilo di una organizzazione come quella della Cisl nel panorama sociale, politico e culturale del nostro Paese.Infine, non possiamo non evidenziare che anche l’impostazione iniziale illustrata al Congresso nazionale dalla segretaria Fumarola conferma il profondo e convinto ancoraggio alla storia della Cisl. Dal lontano 1950, atto di nascita della Cisl con la leadership di Giulio Pastore alle varie segreterie che si sono succedute nel corso degli anni, la fedeltà alla sua specificità ed originalità è sempre rimasta la sua vera carta di identità. Politica, culturale e sociale. E se durante l’ultima gestione, quella di Luigi Sbarra, sono cresciuti i consensi e, soprattutto, anche il tesseramento all’organizzazione, resta la migliore conferma che la coerenza paga sempre.Al di là delle mode contingenti, delle simpatie o antipatie politiche sbandierate e della propaganda fine a se stessa. Certo, si tratta di un sindacato che non piace affatto a chi confonde il mestiere del sindacalista con l’attività politica e di partito, a chi fa del massimalismo la sua cifra essenziale e a chi vive di pregiudiziali ideologiche e politiche. Ma la Cisl, com’è emerso dal suo Congresso nazionale, continua ad essere semplicemente la Cisl. Cioè fedele alle sue origini, coerente con la sua storia ed interprete del migliore riformismo del pensiero cattolico popolare e cattolico sociale.