7 cose (+1) che (forse) non sapevi sui Carabinieri

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L'Arma dei Carabinieri è molto più di una forza dell'ordine: è parte integrante della memoria collettiva italiana, una presenza costante nella vita del Paese. Fondata nel 1814, ha saputo attraversare epoche diverse, mantenendo saldi i propri valori di fedeltà, disciplina e servizio. Ma dietro l'uniforme e il ruolo istituzionale, ci sono simboli, motti, tradizioni e dettagli spesso poco conosciuti, che raccontano la storia e l'identità profonda di questa istituzione. Ecco alcune curiosità che aiutano a comprendere meglio cosa rende davvero unici i Carabinieri.1. La nascita dell'Arma: perché "Carabinieri"?L'Arma dei Carabinieri nacque ufficialmente il 13 luglio 1814, quando Vittorio Emanuele I di Savoia emanò le Regie Patenti che istituivano il Corpo dei Carabinieri Reali, destinato a garantire l'ordine pubblico nel Regno di Sardegna. I primi carabinieri vennero selezionati tra i migliori soldati piemontesi, rendendo fin dall'inizio l'Arma un corpo d'élite. Il nome stesso deriva dall'arma in dotazione: la carabina, un fucile leggero e preciso, adatto all'uso sia militare sia di pubblica sicurezza.. 2. Perché "Benemerita"?L'Arma è soprannominata "La Benemerita", espressione usata ufficialmente già nel 1864 dal Senato del Regno per rendere omaggio ai servizi resi alla collettività. Il termine è rimasto nell'uso comune come simbolo di rispetto e fiducia da parte della popolazione.3. Che "significa" la granata sul berrettoUn altro elemento distintivo è la granata d'oro infiammata a tredici punte, simbolo dell'Arma fin dalle origini. Si tratta di una granata sormontata da una fiamma stilizzata, presente sul berretto, sulla spalla e all'interno dello stemma araldico. Vuole rappresentare la forza, del coraggio e delle origini militari del Corpo.4. Il significato dello stemma araldicoLo stemma attuale, risalente nel 2002, è ricco di elementi simbolici: la croce d'argento su sfondo rosso, la mano che impugna un serpente (simbolo della prudenza), la granata d'oro infiammata (ripetuta due volte), il leone passante (fermezza e autorità), il tronco di rovere con ghiande (forza, decorazioni, spirito combattivo). Il tutto è sormontato da una corona turrita e accompagnato dal motto araldico.5. Da cosa deriva il motto "Nei secoli fedele"?Il motto ufficiale, "Nei secoli fedele", fu ideato nel 1914 dal capitano Cenisio Fusi e concesso ufficialmente come motto araldico nel 1933 da Vittorio Emanuele III. Sostituì il precedente "Usi obbedir tacendo e tacendo morir" e ancora oggi rappresenta l'essenza del giuramento e della missione dell'Arma: fedeltà continua alla Repubblica e ai cittadini.6. I simboli e i colori della divisaL'uniforme dei Carabinieri è uno degli aspetti più riconoscibili di questo Corpo. Oggi prevale il colore nero, con elementi rossi come la celebre banda rossa verticale sui pantaloni (non per gli ufficiali e alcuni marescialli). Il rosso e l'azzurro, adottati già nel 1833, richiamano rispettivamente il coraggio e il legame con la dinastia sabauda. I carabinieri indossano anche la bandoliera bianca (sulla spalla, a cadere in diagonale sul busto) e la giberna (una custodia in cuoio originariamente usata per contenere munizioni, oggi ha valore simbolico) mentre marescialli e ufficiali utilizzano un cinturone con spallaccio.7. L'Arma è l'istituzione più amata dagli italianiIl rispetto verso l'Arma dei Carabinieri è ampiamente confermato da sondaggi come quello dell'Eurispes, che da anni la indicano come l'istituzione più amata dagli italiani. Una fiducia guadagnata con presenza costante, efficienza, sobrietà e dedizione al servizio pubblico.. 8. I Carabinieri ausiliari: quando si poteva fare il servizio di leva nell'ArmaFino al 2005 era possibile svolgere il servizio militare nell'Arma dei Carabinieri come carabiniere ausiliario, affiancando i militari effettivi nei compiti quotidiani di ordine pubblico e sicurezza. Centinaia di giovani italiani hanno vissuto questa esperienza, tra cui anche personaggi oggi diventati famosi, come l'attore e regista Leonardo Pieraccioni, il cantautore Biagio Antonacci, il pizzaiolo e imprenditore Gino Sorbillo, il giornalista del Tg5 Alberto Bilà e il musicista e conduttore radiofonico Gegè Telesforo..