Il piano del Csm per ridurre i tempi dei processi civili

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AGI – Interventi strutturali, ma anche misure di natura emergenziale. È quanto il CSM si accinge a proporre, con una delibera messa a punto da quattro Commissioni consiliari (Settima, Terza, Quinta e Sesta) e che sarà al vaglio del prossimo plenum, per il raggiungimento dell’obiettivo PNRR che prevede la riduzione del “disposition time” nel settore civile pari al 40% entro giugno 2026.La sfida della magistratura e il ruolo del CSM“Gli obiettivi PNRR, estremamente ambiziosi nel settore giustizia, sono stati concordati già nel 2021 tra lo Stato italiano e l’UE. Il CSM e la magistratura – si legge nella delibera approvata nelle Commissioni con l’astensione dei laici di centrodestra Aimi, Bianchini, Eccher e Giuffrè – si sono, quindi, trovati nelle condizioni di dover fronteggiare una sfida formidabile e lo sforzo profuso ha, in effetti, consentito di smaltire l’arretrato civile e ridurre la durata dei processi penali. Resta ancora da raggiungere l’obiettivo del disposition time civile, che si è rivelato particolarmente complesso”.Criticità strutturali e modifiche processualiNel documento si evidenzia che, proprio mentre si ponevano obiettivi più che ambiziosi alla magistratura circa la quantità di definizioni e la gestione degli arretrati, il numero complessivo dei magistrati è progressivamente diminuito (tendenza recentemente invertita nel tentativo di coprire finalmente gli organici), mentre il numero dei nuovi procedimenti aumentava in un contesto di reiterate modifiche processuali.Misure emergenziali proposte dal CSMQuanto alle misure di natura provvisoria ed emergenziale, con la delibera vengono quindi proposti: l’applicazione del regime di sede disagiata alle Corti d’appello maggiormente esposte; la copertura immediata degli incarichi direttivi e semidirettivi nelle sedi critiche PNRR con una deroga temporanea al regime cronologico; l’utilizzo di magistrati in quiescenza e applicazioni a distanza in tribunale; Si tratta di misure da concentrare solo sugli uffici nei quali il raggiungimento del target del disposition time risulta critico. Si osserva che dal 2020 a oggi ci sono state 916 cessazioni, di cui circa 880 per dimissioni e collocazioni a riposo per età: di questi, circa 550 magistrati erano stati assegnati al civile e potrebbero garantire un sostanziale apporto per lo smaltimento dell’arretrato.  Applicazioni da remoto e nuove assegnazioniRiguardo ai magistrati applicati da remoto, la misura riguarderebbe i soli procedimenti giunti a decisione senza istruzione orale, fino a un massimo di 500 unità e provenienti da uffici privi di criticità. E ancora: nella delibera si parla di: la previsione, limitata ai magistrati ordinari in tirocinio, dello svolgimento di un periodo di tirocinio nelle sezioni civili delle Corti d’appello; l’applicazione dei magistrati del Massimario ai collegi giudicanti civili della Cassazione; la proroga dei giudici ausiliari attualmente in servizio nelle sezioni civili delle Corti d’appello; l’eventuale riassegnazione temporanea ai tribunali dei magistrati onorari (stabilizzati e non) transitati agli uffici del giudice di pace; Contenzioso civile con la pubblica amministrazioneLe Commissioni di Palazzo Bachelet osservano che una percentuale molto rilevante del contenzioso civile pendente vede come parte una pubblica amministrazione, in particolare: gli enti previdenziali; l’amministrazione dell’Interno; l’amministrazione finanziaria (in sede di legittimità); Un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi del PNRR può derivare da interventi deflattivi di tale contenzioso.  Prossimi passaggi istituzionaliLa delibera, dopo il vaglio del plenum, sarà trasmessa al Ministero della Giustizia. Proprio martedì scorso, a Palazzo Bachelet, si è svolto uno degli incontri periodici del comitato paritetico tra il CSM e il dicastero di via Arenula, per discutere di possibili soluzioni per il raggiungimento degli obiettivi PNRR.