Andare in Sicilia non lontano dalla costa e dimenticarsi per qualche giorno del mare è possibile. Non solo per immergersi nell’entroterra, con i suoi profumi, le valli assolate, gli orizzonti a perdita d’occhio, le rovine antiche che spuntano a sorpresa fra i cactus e gli ulivi, i siti archeologici, le installazioni d’arte contemporanea dove non te le aspetti. Ma anche per fare un po’ di shopping approfittando dei saldi estivi fra una gita culturale, una degustazione di prodotti tipici e una pennichella in hotel o agriturismo.Abbiamo realizzato un tour di tre giorni (compreso il viaggio aereo Milano-Catania e ritorno) nella zona di Agrigento ed Enna. Poco lontano dalla costa. La sfida era dimenticare il costume da bagno, e il tempo è volato. Ogni luogo un incanto. Dalla bontà del cibo alla visione dei tramonti, dove sembra che il sole si intrattenga ancora un po’ per accarezzare il paesaggio, vi raccontiamo il nostro percorso fuori dalle mappe dei tour operator. Prelibatezze, storia, condivisione di chiacchiere con chi ha trasformato luoghi inediti in contesti che richiamano il turismo internazionale, culturale ed eno-gastronomico e propongono corsi sul fare il pane guardando i templi.Prima tappa: Il Parco archeologico della Valle dei TempliLa visita serale al Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento è un’esperienza che non trova parole. Nato nel 2000, il Parco custodisce il patrimonio monumentale di Akragas, una delle colonie greche più importanti del Mediterraneo. Inserito tra i patrimoni mondiali dell’umanità dall’Unesco, propone un percorso sotto la luna da lasciare senza fiato. Camminando si scopre la storia e l’architettura del Tempio di Hera, del Tempio della Concordia ancora intatto, del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus inondati dalla luce dorata del tramonto e poi illuminati nella notte. Akragas, fondata nel 580 a.C., vista dalla città moderna appare come una valle. La città, subito dopo la fondazione, si dota di un’imponente cinta muraria che delimita un’area di circa 450 ettari. E’ stata una delle città monumentali della Sicilia greca, con il cosiddetto santuario delle divinità Ctonie, dedicato al culto di Demetra e Kore legate al mondo sotterraneo e alla fertilità. Dalla fine del VI sec. a.C., quando viene eretto il tempio di Ercole, vengono costruiti gli imponenti templi dorici che definiscono una vera e propria cinta sacra. Quasi a rappresentare l’abbraccio imponente degli dei alla città. Che si vede anche dal mare.Casa Diodoros: dove vive il mandorlo antico ed è tornata l’ape nera siculaCasa Diodoros è un rustico poco lontano dal Tempio della Concordia. Non è solo un polo di promozione per gustare i prodotti biologici del territorio, ma un esempio di cooperazione fra partner pubblici e privati per rendere onore al patrimonio artistico, culturale, agricolo del Parco archeologico della Valle dei Templi. La valorizzazione della produzione specifica della zona, olive, pistacchi, mandorle, uva, zafferano, capperi, miele, fichi d’India, vini e altre eccellenze, registrate sotto il marchio Diodoros, accomuna diverse aziende e cooperative che partecipano al progetto. Intitolato a Diodoro Siculo, storico greco di Agyrion (odierna Agira in Sicilia), autore della Bibliotheca Historica, permette di scoprire l’antica arte culinaria siciliana sia gustando i piatti della tradizione, realizzati con materie prime d’eccezione, sia di conoscerne la storia e partecipare a workshop di preparazione. Come quello della preparazione del pane con impasto da farina proveniente da grani antichi, che al nostro arrivo coinvolgeva un gruppo di Americani davvero attenti. Sulla terrazza con vista sulla vallata, intanto, le bevande a base di rosmarino, menta, fichi d’India davano il via a pietanze dove la granella di mandorle, pistacchi e agrumi sono di casa.Terza tappa: l’ex Carcere di San Vito ad Agrigento riaperto al pubblico.Dopo oltre trent’anni di chiusura e abbandono, il progetto di rigenerazione culturale e urbana dell’ex carcere ed ex convento di San Vito ad Agrigento si trasforma, da luogo di detenzione abbandonato, in un luogo di dialogo con la creatività. La riconversione dell’ex carcere, concesso in uso temporaneo a Farm Cultural Park, è uno dei progetti fondanti di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Si traduce nella creazione di un polo artistico dove opere e installazioni di artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo si integrano negli spazi trasformandolo l’ex penitenziario in un luogo vivo, aperto al confronto e alla sperimentazione creativa. Le celle piccolissime (il carcere è stato chiuso negli anni ’90 e riaperto anni fa per soli tre giorni dal Fai), ospitano installazioni artistiche: il cortile utilizzato per l’ora d’aria, accoglie una grande vasca piena d’acqua, la parte superiore, dove alberga il ribelle albero del Paradiso, diventa luogo di incontri e dibattiti sul tema della libertà. Mentre lo spazio è ancora in fase di ristrutturazione (aperto al pubblico venerdì, sabato e domenica dalle 11 alle 20), ci si cala nei panni dei detenuti (su alcuni muri ci sono ancora i manifesti delle vip anni ’80 in costume), si visitare il giardino fiorito adiacente gli uffici e quello con l’antico pozzo. Durante la ristrutturazione sono saltati fuori i registri che ora giacciono all’Archivio di Stato. Un’esperienza forte.Quarta tappa: “Tenute di Camilleri” nella campagna di Licata con degustazione di viniTenute Camilleri è una piccola azienda a gestione familiare immersa nella campagna siciliana meridionale in una terra ricca di uliveti e mandorleti circondata da campi di grano. Si trova a circa 40 minuti dal parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento e dalla nota Scala dei Turchi di Realmonte. L’azienda, riconoscibile per i suoi tetti merlati, è in contrada Ciccobriglio nel comune di Campobello di Licata. Produce vini da oltre un secolo con segreti tramandati da generazioni e fa parte della Strada del vino e dei sapori della Valle dei Templi. un itinerario di degustazione del vino doc delle migliori cantine del territorio. La visita guidate in cantina e nella tenuta, fra bianchi, rossi, rosati e spumanti è accompagnata dai racconti della famiglia Camilleri. E da assaggini nostrani come formaggi, olive, pomodori secchi. Oltre che da incursioni sulla filosofia di Empedocle, presocratico noto per la sua teoria sui quattro elementi che compongono l’universo. Empedocle vedeva anche il vino come il risultato della combinazione di quattro radici fondamentali: terra, acqua, aria e fuoco.Quinta tappa: al ristorante La Madia dallo chef stellato Pino Cuttaia a LicataUn’esperienza. Non un pranzo. Ogni portata è accompagnata da una descrizione, una memoria, una motivazione. Soprattutto, è buonissima. Lo chef si nutre del luogo in cui vive e contamina i piatti con le proprie esperienze e il proprio vissuto, mescolando tradizione e innovazione. In questa sua ricerca la memoria diventa ingrediente fondamentale di ogni piatto, legato a storie che abbracciano l’infanzia, i colori, i suoni l’emozione. Originario di Licata, Cuttaia si è trasferito con la famiglia in Piemonte da piccolo. Qui, tra lo studio e il lavoro in fabbrica, ha coltivato il suo interesse per la cucina. Solo in seguito, grazie a varie esperienze in rinomati ristoranti, ha trasformato questa passione in vocazione. Nel 2000, tornato nella sua terra, ha aperto con la moglie Loredana il ristorante La Madia con l’intento di valorizzare la ricchezza gastronomica siciliana in una visione contemporanea. In una delle portate del menu, terminato con una torta di rose con zabaglione, ci porta una cartolina che ritrae una mamma col bimbo sul ballatoio di una casa popolare. E’ lui? Dietro, a illustrare il piatto ‘memoria visiva’a base di tonno Alalunga, c’è un ricordo firmato: “Un po’ tutti siamo cresciuti con la fettina. Era l’attenzione della mamma quando le sembravamo magri o ammalati. Era una fettina sottile e tenerissima, quasi non masticabile, condita solo con un po’ di olio e limone”.Quinta tappa: Farm Cultural Park a FavaraFarm Cultural Park nasce nel 2010 a Favara, piccolo comune vicino Agrigento, da un progetto di rigenerazione urbana ideato da Andrea Bartoli e Florinda Saieva, appassionati di cultura contemporanea. E’ un laboratorio di innovazione sociale che coinvolge comunità locali e creativi internazionali in interventi di rigenerazione e valorizzazione di spazi urbani abbandonati, per contrastare il declino sociale ed economico attraverso l’arte e l’architettura. Realizza interventi in molte città siciliane, Mazzarino, Gela, Aragona, Agrigento, Alcamo e Palermo, riportando in vita cortili e palazzi dimenticati, fino a ex-orfanotrofi e opere pubbliche incompiute. L’iniziativa “Countless Cities” che coinvolge anche Favara, in collaborazione con enti pubblici e culturali, è un racconto corale sul ruolo trasformativo dell’arte nel contesto urbano contemporaneo. Il Favara Cultural Park, in una zona ormai quasi disabitata del piccolo centro, ospita installazioni artistiche, opere fotografiche, video, giardini tropicali. Fuori dai due edifici restituiti alla vita vediamo anche le zie Antonia, Rosa e Maria, uniche residenti in un quartiere dove a ogni porta c’è un cartello di ‘Vendesi’, sedute a godersi un po’ di movida con il ventaglio.Sesta Tappa: shopping nell’outlet di Agira, galleria d’arte a cielo apertoTra i progetti di Farm Cultural Park anche “Spreading Happiness” realizzato a Sicilia Outlet Village, punto di riferimento per lo shopping dell’Isola. “Spreading Happiness” è un progetto ideato nel 2022 che ha trasformato il Village in una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto. Sei artisti internazionali, Motorefisico, Paolo Raeli, Domenico Pellegrino, Alessandra Bruni, Alberonero e Nespoon, hanno realizzato murales, installazioni, illustrazioni ed esposizioni fotografiche in diversi punti dello spazio commerciale, creando un dialogo tra opere e pubblico. Un’esperienza che unisce la bellezza naturale del territorio e la forza espressiva della street art per promuovere io collegamento con gli spazi artistici urbani e accompagnare il visitatore durante lo shopping nelle 170 boutique del Village.L'articolo Sicilia d’entroterra: un tour di 3 giorni tra i templi al tramonto, il pane dei nonni e le installazioni d’arte contemporanea proviene da Il Fatto Quotidiano.